Ogni trasformazione degli ambienti di vita a cui gli esseri umani mettono mano ha a che fare con percezioni, rappresentazioni e significati del paesaggio: il paesaggio infatti è l’ambiente stesso in quanto percepito, rappresentato e fatto oggetto di attribuzioni di significato, nella tensione che si apre tra il riferimento congiunto alla sua configurazione effettiva in un dato momento – per come essa appare all’osservatore – e alle configurazioni non attuali, ma immaginabili e “figurabili” a partire dai vincoli dell’esistente, a partire dagli impulsi, dalle esigenze e dagli interessi più diversi. L'articolo mette in relazione una ricerca sul paesaggio trentino con le significative trasformazioni degli ambienti di vita umani a partire dalla seconda metà del XIX secolo, a seguito delle innovazioni tecnologiche e delle scoperte scientifiche tradizionalmente raccolte nella definizione di prima e seconda rivoluzione industriale: il confronto tra casi di studio di epoche differenti porta ad individuare come nodo cruciale per la buona gestione dei paesaggi l'esercizio del senso del limite, fondato sulla capacità di riconoscere e di non superare le soglie critiche oltre le quali le scelte umane compromettono la buona vivibilità dei paesaggi.
Trasformazioni del paesaggio e senso del limite
MORI L
2017-01-01
Abstract
Ogni trasformazione degli ambienti di vita a cui gli esseri umani mettono mano ha a che fare con percezioni, rappresentazioni e significati del paesaggio: il paesaggio infatti è l’ambiente stesso in quanto percepito, rappresentato e fatto oggetto di attribuzioni di significato, nella tensione che si apre tra il riferimento congiunto alla sua configurazione effettiva in un dato momento – per come essa appare all’osservatore – e alle configurazioni non attuali, ma immaginabili e “figurabili” a partire dai vincoli dell’esistente, a partire dagli impulsi, dalle esigenze e dagli interessi più diversi. L'articolo mette in relazione una ricerca sul paesaggio trentino con le significative trasformazioni degli ambienti di vita umani a partire dalla seconda metà del XIX secolo, a seguito delle innovazioni tecnologiche e delle scoperte scientifiche tradizionalmente raccolte nella definizione di prima e seconda rivoluzione industriale: il confronto tra casi di studio di epoche differenti porta ad individuare come nodo cruciale per la buona gestione dei paesaggi l'esercizio del senso del limite, fondato sulla capacità di riconoscere e di non superare le soglie critiche oltre le quali le scelte umane compromettono la buona vivibilità dei paesaggi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.