Il contributo mira ad esplicitare il confronto e le analogie tra Ferdinando Forlati e Piero Gazzola sul cantiere di Castelvecchio. Gazzola ha dedicato al collega Forlati una commemorazione nella quale viene descritto come «uomo di azione diretta» che «riteneva giustamente indispensabile il contatto personale col monumento e la diuturna osservazione condotta in piccola squadra: un buon assistente e pochi operai altamente qualificati» con una dote fondamentale l’«istintiva certezza». Nel suo omaggio Gazzola si sofferma a descrivere tutti gli interventi di restauro e di consolidamento che hanno caratterizzato il percorso di Forlati ed a porre in evidenza un’altra qualità: «la sua responsabilità non finiva col restauro, considerando suo impegno curare una “presentazione” del monumento in cui le tracce di tutte le epoche potessero rivelarsi in armonioso accostamento», segnalando che Forlati «riteneva doveroso far posto anche alle opere d’arte moderna chiamando artisti contemporanei perché inserissero la loro opera, a dimostrazione della continua vitalità della mente umana». Gazzola si sofferma sulle caratteristiche del “buon restauratore” che deve riunire in sé la personalità dello studioso-storico-ricercatore e quella del tecnico-indagatore e asserisce che Forlati «fu vicino a questo ideale». Per quanto concerne l’intervento tecnico su Castelvecchio di Forlati, Piero Gazzola lo definisce “illuminato”: «il nostro Castelvecchio fu salvato da distruzione e recuperato alla cultura con la sua trasformazione in museo».
Ferdinando Forlati, Piero Gazzola e gli interventi a Castelvecchio
Aveta C
2017-01-01
Abstract
Il contributo mira ad esplicitare il confronto e le analogie tra Ferdinando Forlati e Piero Gazzola sul cantiere di Castelvecchio. Gazzola ha dedicato al collega Forlati una commemorazione nella quale viene descritto come «uomo di azione diretta» che «riteneva giustamente indispensabile il contatto personale col monumento e la diuturna osservazione condotta in piccola squadra: un buon assistente e pochi operai altamente qualificati» con una dote fondamentale l’«istintiva certezza». Nel suo omaggio Gazzola si sofferma a descrivere tutti gli interventi di restauro e di consolidamento che hanno caratterizzato il percorso di Forlati ed a porre in evidenza un’altra qualità: «la sua responsabilità non finiva col restauro, considerando suo impegno curare una “presentazione” del monumento in cui le tracce di tutte le epoche potessero rivelarsi in armonioso accostamento», segnalando che Forlati «riteneva doveroso far posto anche alle opere d’arte moderna chiamando artisti contemporanei perché inserissero la loro opera, a dimostrazione della continua vitalità della mente umana». Gazzola si sofferma sulle caratteristiche del “buon restauratore” che deve riunire in sé la personalità dello studioso-storico-ricercatore e quella del tecnico-indagatore e asserisce che Forlati «fu vicino a questo ideale». Per quanto concerne l’intervento tecnico su Castelvecchio di Forlati, Piero Gazzola lo definisce “illuminato”: «il nostro Castelvecchio fu salvato da distruzione e recuperato alla cultura con la sua trasformazione in museo».File | Dimensione | Formato | |
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