Per i principali ingegneri del Rinascimento il controllo dell’acqua era alla base delle attività agricole, commerciali, industriali e militari. Leonardo cresce e opera in un periodo, il Rinascimento, nel quale, oltre a magnifici capolavori architettonici e artistici, sono realizzate e ampliate le grandi opere idrauliche, quali la rete dei bottini dell’acquedotto sotterraneo di Siena e i Navigli di Milano. L’elemento acqua diventa una costante degli studi del Genio che approfondisce in maniera multidisciplinare vari temi tipici della meccanica dei fluidi. Riflessioni sul moto dell’acqua e sulla sua natura si risolvono in arditi progetti di ingegneria idraulica e di macchine destinate alle produzioni più varie, che sfruttano come forza motrice proprio la potenza dell’acqua. Nelle opere di Leonardo, il disegno è la chiave con cui si penetra nel mondo dei fenomeni. In tale quadro, la rappresentazione del dettaglio tecnologico costituisce il punto di contatto del piano ideale rappresentato dall’intuizione/osservazione leonardiana con quello fattuale in cui l’idea si traspone simbolicamente nell’antropizzato. Esempi di tali trasposizioni sono le “anotomie” dei corsi d’acqua, nelle quali possono ricomprendersi il progetto del lago artificiale e le planimetrie di fiumi e canali, nonché i molti dispositivi idraulici per la risoluzione di problematiche concrete ed ancora attuali. In tale quadro, possono altresì ricomprendersi le ideazioni di Leonardo relative a sistemi di pompaggio per addurre l’acqua alle abitazioni, alle vie d’acqua per il trasporto e la movimentazione di merci, alle reti fognarie a servizio delle abitazioni, nonché al progetto di deviazione del corso del fiume Arno in Toscana, mirante a dare uno sbocco al mare ai fiorentini. Per il suo territorio natio, l’unico progetto certo ideato da Leonardo da Vinci e giunto fino ai giorni nostri è quello di un lago artificiale di cui di seguito si procederà all’approfondimento.

Leonardo da Vinci e il lago di Serravalle

Ilaria Nieri
Primo
;
Stefano Pagliara
Secondo
;
Michele Palermo
Ultimo
2023-01-01

Abstract

Per i principali ingegneri del Rinascimento il controllo dell’acqua era alla base delle attività agricole, commerciali, industriali e militari. Leonardo cresce e opera in un periodo, il Rinascimento, nel quale, oltre a magnifici capolavori architettonici e artistici, sono realizzate e ampliate le grandi opere idrauliche, quali la rete dei bottini dell’acquedotto sotterraneo di Siena e i Navigli di Milano. L’elemento acqua diventa una costante degli studi del Genio che approfondisce in maniera multidisciplinare vari temi tipici della meccanica dei fluidi. Riflessioni sul moto dell’acqua e sulla sua natura si risolvono in arditi progetti di ingegneria idraulica e di macchine destinate alle produzioni più varie, che sfruttano come forza motrice proprio la potenza dell’acqua. Nelle opere di Leonardo, il disegno è la chiave con cui si penetra nel mondo dei fenomeni. In tale quadro, la rappresentazione del dettaglio tecnologico costituisce il punto di contatto del piano ideale rappresentato dall’intuizione/osservazione leonardiana con quello fattuale in cui l’idea si traspone simbolicamente nell’antropizzato. Esempi di tali trasposizioni sono le “anotomie” dei corsi d’acqua, nelle quali possono ricomprendersi il progetto del lago artificiale e le planimetrie di fiumi e canali, nonché i molti dispositivi idraulici per la risoluzione di problematiche concrete ed ancora attuali. In tale quadro, possono altresì ricomprendersi le ideazioni di Leonardo relative a sistemi di pompaggio per addurre l’acqua alle abitazioni, alle vie d’acqua per il trasporto e la movimentazione di merci, alle reti fognarie a servizio delle abitazioni, nonché al progetto di deviazione del corso del fiume Arno in Toscana, mirante a dare uno sbocco al mare ai fiorentini. Per il suo territorio natio, l’unico progetto certo ideato da Leonardo da Vinci e giunto fino ai giorni nostri è quello di un lago artificiale di cui di seguito si procederà all’approfondimento.
2023
Nieri, Ilaria; Pagliara, Stefano; Palermo, Michele
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11568/1173726
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