Gli eventi critici di inizio del secondo decennio degli anni 2000 hanno favorito la ripresa di un filone di pensiero critico antioccidentalista, sul quale convergono idee e movimenti sia di estrema destra che di estrema sinistra. Le radici di tali idee sono da rintracciare in Spengler. I suoi principali bersagli polemici sono da un lato la razionalità scientifica e il “mondo della tecnica” che ne è lo sviluppo (tema pervasivo fra gli intellettuali tedeschi del Novecento, e influente soprattutto nella versione di Heidegger con la sua mistica nostalgia dell’Essere); dall’altro, il liberalismo e le istituzioni democratiche che distruggono il principio di autorità. Spengler quindi combina in modo bizzarro una visione che si potrebbe dire relativistica con il suo contrario. Non esiste un’unica condizione umana ma sfere di civiltà diverse e incommensurabili, che si possono capire solo dall’interno. Tutto ciò spiega l’influenza di Spengler su correnti di pensiero che almeno in apparenza sono inconciliabili: una estrema destra antimodernista, che rivendica una concezione mistico-sapienziale della conoscenza e una modalità ultra-autoritaria del potere, ma anche una sinistra radicale interessata alla critica delle istituzioni-chiave della modernità (la democrazia formale e liberale che nasconde le disuguaglianze sostanziali) e a una condanna di tipo postcoloniale che vede nella violenza imperialista l’ “essenza” stessa dell’Occidente.
Ma l'antioccidentalismo può essere compagno di viaggio della sinistra democratica?
Fabio Dei
2022-01-01
Abstract
Gli eventi critici di inizio del secondo decennio degli anni 2000 hanno favorito la ripresa di un filone di pensiero critico antioccidentalista, sul quale convergono idee e movimenti sia di estrema destra che di estrema sinistra. Le radici di tali idee sono da rintracciare in Spengler. I suoi principali bersagli polemici sono da un lato la razionalità scientifica e il “mondo della tecnica” che ne è lo sviluppo (tema pervasivo fra gli intellettuali tedeschi del Novecento, e influente soprattutto nella versione di Heidegger con la sua mistica nostalgia dell’Essere); dall’altro, il liberalismo e le istituzioni democratiche che distruggono il principio di autorità. Spengler quindi combina in modo bizzarro una visione che si potrebbe dire relativistica con il suo contrario. Non esiste un’unica condizione umana ma sfere di civiltà diverse e incommensurabili, che si possono capire solo dall’interno. Tutto ciò spiega l’influenza di Spengler su correnti di pensiero che almeno in apparenza sono inconciliabili: una estrema destra antimodernista, che rivendica una concezione mistico-sapienziale della conoscenza e una modalità ultra-autoritaria del potere, ma anche una sinistra radicale interessata alla critica delle istituzioni-chiave della modernità (la democrazia formale e liberale che nasconde le disuguaglianze sostanziali) e a una condanna di tipo postcoloniale che vede nella violenza imperialista l’ “essenza” stessa dell’Occidente.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.