La pandemia di COVID-19 ha inferto un duro colpo al mondo e il turismo è uno dei settori più colpiti. Sebbene il comparto del turismo non sia completamente estraneo alle pandemie (Jamal & Budke, 2020), l'emergere e la rapida diffusione del COVID-19 ha avuto effetti senza precedenti sui mercati globali dell'ospitalità. L'area più colpita al mondo da questo punto di vista è stata l'Europa dove il numero di turisti è diminuito del 66% nella prima metà del 2020 (https://www.unwto.org/news/international-tourist-numbers-down-65-in-report-unwto-first-half-of-2020). In questo contesto, le piattaforme di affitto a breve e medio termine sono state notevolmente impattate. La piattaforma più popolare, Airbnb, ha subito un calo delle prenotazioni (Boros, Dudás e Kovalcsik, 2020), in parte dovuto ai provvedimenti restrittivi adottati dai vari Paesi per contrastare la diffusione del COVID-19, registrando un calo del 96% della domanda nel 2020 (DuBois, 2020). La piattaforma ha difatti perso quasi il 50% del suo valore di mercato (Nhamo, Chikodzi, & Dube, 2020): se nel 2019 il valore di mercato di Airbnb è pari a 31 miliardi di dollari (Sherwood, 2020) ad Aprile 2020 la società registra un valore pari a 18 miliardi di dollari (Eaglesham & Grind, 2020). In tale contesto, Dolnicar e Zare (2020) ipotizzano i possibili effetti a lungo termine del COVID19 sul trading di spazi in affitto a breve e medio termine attraverso due ipotesi: la prima sostiene che la percentuale di annunci di Airbnb (l’offerta) diminuirà nel periodo di crisi; la seconda che la domanda di affitti a breve termine riprenderà ma non raggiungerà i livelli pre-COVID19. In tal senso, lo studio di Farmaki et al. (2020) esamina la prospettiva degli Hosts rispetto al momento di crisi pandemica, illustrando il comportamento e le intenzioni dei diversi Hosts di rimanere oppure uscire dal mercato mediato dalla piattaforma
Gli effetti della pandemia di COVID-19 negli spazi dell'intermediazione digitale. Il caso Airbnb
Romano A
In corso di stampa
Abstract
La pandemia di COVID-19 ha inferto un duro colpo al mondo e il turismo è uno dei settori più colpiti. Sebbene il comparto del turismo non sia completamente estraneo alle pandemie (Jamal & Budke, 2020), l'emergere e la rapida diffusione del COVID-19 ha avuto effetti senza precedenti sui mercati globali dell'ospitalità. L'area più colpita al mondo da questo punto di vista è stata l'Europa dove il numero di turisti è diminuito del 66% nella prima metà del 2020 (https://www.unwto.org/news/international-tourist-numbers-down-65-in-report-unwto-first-half-of-2020). In questo contesto, le piattaforme di affitto a breve e medio termine sono state notevolmente impattate. La piattaforma più popolare, Airbnb, ha subito un calo delle prenotazioni (Boros, Dudás e Kovalcsik, 2020), in parte dovuto ai provvedimenti restrittivi adottati dai vari Paesi per contrastare la diffusione del COVID-19, registrando un calo del 96% della domanda nel 2020 (DuBois, 2020). La piattaforma ha difatti perso quasi il 50% del suo valore di mercato (Nhamo, Chikodzi, & Dube, 2020): se nel 2019 il valore di mercato di Airbnb è pari a 31 miliardi di dollari (Sherwood, 2020) ad Aprile 2020 la società registra un valore pari a 18 miliardi di dollari (Eaglesham & Grind, 2020). In tale contesto, Dolnicar e Zare (2020) ipotizzano i possibili effetti a lungo termine del COVID19 sul trading di spazi in affitto a breve e medio termine attraverso due ipotesi: la prima sostiene che la percentuale di annunci di Airbnb (l’offerta) diminuirà nel periodo di crisi; la seconda che la domanda di affitti a breve termine riprenderà ma non raggiungerà i livelli pre-COVID19. In tal senso, lo studio di Farmaki et al. (2020) esamina la prospettiva degli Hosts rispetto al momento di crisi pandemica, illustrando il comportamento e le intenzioni dei diversi Hosts di rimanere oppure uscire dal mercato mediato dalla piattaformaI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.