Il contributo traccia la linea evolutiva dei rapporti istituzionali fra Stato e islam in Italia negli ultimi Cinquant’anni: vale a dire da quando la presenza islamica ha cominciato a essere apprezzata a livello sociale in modo tendenzialmente stabile, e non più come questione prevalentemente diplomatica, ossia connessa ai rapporti internazionali con gli Stati islamici, oppure di mero rilievo storico. Lo scritto espone tre passaggi: innanzitutto, osserva che le istituzioni repubblicane hanno per lo più considerato l’islam come espressione del fenomeno migratorio “in ingresso”, iniziato negli anni Settanta del Novecento. In secondo luogo, si mette in evidenza la cosiddetta eccezione islamica, ossia la postura – comune a molte istituzioni occidentali – che preferisce inquadrare i rapporti con l’islam sul piano delle questioni di sicurezza nazionale anziché di libertà religiosa. Infine, si mettono in luce le conseguenze istituzionali che derivano dall’incapacità – sostanzialmente dovuta a vera e propria semplice ignoranza istituzionale – di comprendere la complessità del mondo islamico, paradossalmente – e colpevolmente – considerato come un inesistente soggetto unitario. In una breve appendice si illustra il percorso del dialogo istituzionale seguito a livello centrale, con speciale riguardo al periodo di emergenza pandemica.
I rapporti istituzionali fra Stato e islam italiano dalla fine del Novecento a oggi
Consorti Pierluigi
2023-01-01
Abstract
Il contributo traccia la linea evolutiva dei rapporti istituzionali fra Stato e islam in Italia negli ultimi Cinquant’anni: vale a dire da quando la presenza islamica ha cominciato a essere apprezzata a livello sociale in modo tendenzialmente stabile, e non più come questione prevalentemente diplomatica, ossia connessa ai rapporti internazionali con gli Stati islamici, oppure di mero rilievo storico. Lo scritto espone tre passaggi: innanzitutto, osserva che le istituzioni repubblicane hanno per lo più considerato l’islam come espressione del fenomeno migratorio “in ingresso”, iniziato negli anni Settanta del Novecento. In secondo luogo, si mette in evidenza la cosiddetta eccezione islamica, ossia la postura – comune a molte istituzioni occidentali – che preferisce inquadrare i rapporti con l’islam sul piano delle questioni di sicurezza nazionale anziché di libertà religiosa. Infine, si mettono in luce le conseguenze istituzionali che derivano dall’incapacità – sostanzialmente dovuta a vera e propria semplice ignoranza istituzionale – di comprendere la complessità del mondo islamico, paradossalmente – e colpevolmente – considerato come un inesistente soggetto unitario. In una breve appendice si illustra il percorso del dialogo istituzionale seguito a livello centrale, con speciale riguardo al periodo di emergenza pandemica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.