Come ogni forma di relativismo, anche quello giuridico corre il rischio di essenzializzare i sistemi di riferimento. La diversità sostantiva della cultura e della storia si intromette sempre nei procedimenti giudiziari che, nel loro carattere pratico, devono tenerne conto; e lo fanno costantemente. L’antropologia giuridica ha come suo compito proprio la descrizione etnografica di come ciò avvenga, di come i sistemi astratti di norme raggiungano un qualche compromesso con l’eterogeneità dei casi e degli eventi, e con le specifiche e differenti sostantività culturali che essi presentano. Ma è altrettanto ovvio che questa risposta, questo scendere a patti con la materia dell’azione umana, non può fondarsi su un puro relativismo dei sistemi normativi di riferimento, e non può esimersi dal mettere alla prova, se non una razionalità, almeno una ragionevolezza — quella che è si è faticosamente affermata e distillata nella storia del diritto come in quella della scienza, e che non possiamo considerare — come vorrebbe oggi certo pensiero postcolonial — meramente etno- centrica, o meramente protettiva dei privilegi e degli interessi dell’Occidente o dei gruppi egemonici. La comparazione antropologica può allora aiutarci a capire non solo le differenze ma anche i punti in comune, universalmente umani, di queste basi del ragionamento giuridico.
Razionalità e relativismo nell'antropologia giuridica
Fabio Dei
2023-01-01
Abstract
Come ogni forma di relativismo, anche quello giuridico corre il rischio di essenzializzare i sistemi di riferimento. La diversità sostantiva della cultura e della storia si intromette sempre nei procedimenti giudiziari che, nel loro carattere pratico, devono tenerne conto; e lo fanno costantemente. L’antropologia giuridica ha come suo compito proprio la descrizione etnografica di come ciò avvenga, di come i sistemi astratti di norme raggiungano un qualche compromesso con l’eterogeneità dei casi e degli eventi, e con le specifiche e differenti sostantività culturali che essi presentano. Ma è altrettanto ovvio che questa risposta, questo scendere a patti con la materia dell’azione umana, non può fondarsi su un puro relativismo dei sistemi normativi di riferimento, e non può esimersi dal mettere alla prova, se non una razionalità, almeno una ragionevolezza — quella che è si è faticosamente affermata e distillata nella storia del diritto come in quella della scienza, e che non possiamo considerare — come vorrebbe oggi certo pensiero postcolonial — meramente etno- centrica, o meramente protettiva dei privilegi e degli interessi dell’Occidente o dei gruppi egemonici. La comparazione antropologica può allora aiutarci a capire non solo le differenze ma anche i punti in comune, universalmente umani, di queste basi del ragionamento giuridico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.