Questa nuova lettura in chiave futurista della prosa di Urmuz avviene a notevole distanza dalla prima, considerato che l'analisi originariamente svolta dalla sottoscritta è apparsa in volume nel 2004. L'intenzione della rivalutazione critica di questa letteratura mi è apparsa come un atto critico indispensabile al momento della pubblicazione di una nuova edizione (Urmuz 2017, ristampata nel 2022), curata da Ion Pop per la casa editrice Tracus Arte di Bucarest), più ricca di varianti, di soluzioni contestuali, che è suscettibile di cambiare la percezione della critica letteraria sull'opera nel suo complesso. Questo approccio metterà in luce il fatto che la prosa di Urmuz può confermare la sua conoscenza di alcuni principi della poetica di Marinetti come il carattere aggressivo della letteratura, la teoria delle "parole in libertà", dell'"immaginazione senza fili", intesa come assoluta libertà delle immagini e delle analogie, la brevità della scrittura, l'illogicità, la passione per la tecnologia, per la velocità e le automobili. L'articolo intende mostrare che l'opera di Urmuz non illustra letteralmente il programma teorico di alcuna tendenza letteraria e né di quella futuristica, ma che quello che la avvicina decisamente al futurismo è la capacità inaugurale di quest'opera di segnalare la coscienza della crisi nella letteratura romena d'inizio secolo. L'analisi comparativa che seguirà ripropone, a distanza di circa due decenni dalla prima, alcuni possibili punti di contatto tra la letteratura urmuziana e l'estetica futuristica, a partire da alcune argomentazioni legate ad aspetti appartenenti alla storia della letteratura, rivalutando, da un lato, gli esiti dell'indagine precedente, e integrando, ove sarà possibile e necessario ai fini del presente approccio, i nuovi contesti appartenenti alla storia genetica delle stesse poche prose unanimemente conosciute, come ce le rivela il manoscritto o "taccuino rosso", presentato e curato dal critico e professore Ion Pop.
Urmuz la o nouǎ lecturǎ în cheie futuristă [Urmuz a una nuova lettura in chiave futurista]
Emilia David
2023-01-01
Abstract
Questa nuova lettura in chiave futurista della prosa di Urmuz avviene a notevole distanza dalla prima, considerato che l'analisi originariamente svolta dalla sottoscritta è apparsa in volume nel 2004. L'intenzione della rivalutazione critica di questa letteratura mi è apparsa come un atto critico indispensabile al momento della pubblicazione di una nuova edizione (Urmuz 2017, ristampata nel 2022), curata da Ion Pop per la casa editrice Tracus Arte di Bucarest), più ricca di varianti, di soluzioni contestuali, che è suscettibile di cambiare la percezione della critica letteraria sull'opera nel suo complesso. Questo approccio metterà in luce il fatto che la prosa di Urmuz può confermare la sua conoscenza di alcuni principi della poetica di Marinetti come il carattere aggressivo della letteratura, la teoria delle "parole in libertà", dell'"immaginazione senza fili", intesa come assoluta libertà delle immagini e delle analogie, la brevità della scrittura, l'illogicità, la passione per la tecnologia, per la velocità e le automobili. L'articolo intende mostrare che l'opera di Urmuz non illustra letteralmente il programma teorico di alcuna tendenza letteraria e né di quella futuristica, ma che quello che la avvicina decisamente al futurismo è la capacità inaugurale di quest'opera di segnalare la coscienza della crisi nella letteratura romena d'inizio secolo. L'analisi comparativa che seguirà ripropone, a distanza di circa due decenni dalla prima, alcuni possibili punti di contatto tra la letteratura urmuziana e l'estetica futuristica, a partire da alcune argomentazioni legate ad aspetti appartenenti alla storia della letteratura, rivalutando, da un lato, gli esiti dell'indagine precedente, e integrando, ove sarà possibile e necessario ai fini del presente approccio, i nuovi contesti appartenenti alla storia genetica delle stesse poche prose unanimemente conosciute, come ce le rivela il manoscritto o "taccuino rosso", presentato e curato dal critico e professore Ion Pop.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.