Il saggio ricostruisce la parabola di Alceste De Ambris come capo di gabinetto del comando di Fiume durante la seconda fase dell’impresa dannunziana e le sue conseguenze sulle vicende e sull’evoluzione del fiumanesimo. Tra gli ispiratori più coerenti, nel primo dopoguerra, dei vari movimenti nazionalrivoluzionari, il sindacalista di Licciana vide nella Fiume di D’Annunzio l’occasione per dare concretezza a un progetto (e forse a tutta una vita di aspettative) di rifondazione di una nuova comunità spirituale, politica e sociale. Al di là del fallimento del tentativo di una marcia rivoluzionaria sul suolo italiano, la presenza di De Ambris a Fiume rappresentò un passaggio decisivo per la definizione dell’immaginario e del bagaglio ideologico del fiumanesimo, nonché per la redazione della Carta del Carnaro, inedito e innovativo “prodotto” giuridico delle aspirazioni rivoluzionarie deambrisiane.
Alceste De Ambris e il fiumanesimo
Fabrizio Amore Bianco
2023-01-01
Abstract
Il saggio ricostruisce la parabola di Alceste De Ambris come capo di gabinetto del comando di Fiume durante la seconda fase dell’impresa dannunziana e le sue conseguenze sulle vicende e sull’evoluzione del fiumanesimo. Tra gli ispiratori più coerenti, nel primo dopoguerra, dei vari movimenti nazionalrivoluzionari, il sindacalista di Licciana vide nella Fiume di D’Annunzio l’occasione per dare concretezza a un progetto (e forse a tutta una vita di aspettative) di rifondazione di una nuova comunità spirituale, politica e sociale. Al di là del fallimento del tentativo di una marcia rivoluzionaria sul suolo italiano, la presenza di De Ambris a Fiume rappresentò un passaggio decisivo per la definizione dell’immaginario e del bagaglio ideologico del fiumanesimo, nonché per la redazione della Carta del Carnaro, inedito e innovativo “prodotto” giuridico delle aspirazioni rivoluzionarie deambrisiane.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.