Il contributo esamina, alla luce delle fonti testuali e dei dati storici, il ciclo scolpito con episodi della Vita di San Martino nell'atrio della cattedrale lucchese. L'opera viene riconosciuta frutto del clima culturale conseguente alla restaurazione dell'autorità vescovile a Lucca operata dal pontefice nel dicembre 1236 dopo alcuni anni di interdetto e di sospensione del potere vescovile nella città., e datata al biennio successivo, al momento dell'inserimento nel cantiere del nuovo caputmagister Lombardo, figlio e successore di Guidetto da Como, o Guido d'Arogno, come oggi si preferisce indicare più correttamente. A Lombardo spetta con buona probabillità, anche per motivi stilistici l'opera, che si inserisce come tappa fondamentale nei lavori dell'atrio della cattedrale, avviati nel 1232 e terminati solo intorno al 1259. Dell'opera sono qui per la prima volta individuate le fonti agiografiche seguite, peraltro non senza autonome e interessanti variazioni e adattamenti da parte dei religiosi committenti, e il rapporto con il gruppo equestre di San Martino, all'epoca ad evidenza già presente in facciata, opera della generazione precedente della medesima bottega.
San Martino in San Martino: scelte iconografiche e strategie di comunicazione nel corredo scultoreo della facciata del duomo di Lucca nel Duecento
Ascani, V.
2023-01-01
Abstract
Il contributo esamina, alla luce delle fonti testuali e dei dati storici, il ciclo scolpito con episodi della Vita di San Martino nell'atrio della cattedrale lucchese. L'opera viene riconosciuta frutto del clima culturale conseguente alla restaurazione dell'autorità vescovile a Lucca operata dal pontefice nel dicembre 1236 dopo alcuni anni di interdetto e di sospensione del potere vescovile nella città., e datata al biennio successivo, al momento dell'inserimento nel cantiere del nuovo caputmagister Lombardo, figlio e successore di Guidetto da Como, o Guido d'Arogno, come oggi si preferisce indicare più correttamente. A Lombardo spetta con buona probabillità, anche per motivi stilistici l'opera, che si inserisce come tappa fondamentale nei lavori dell'atrio della cattedrale, avviati nel 1232 e terminati solo intorno al 1259. Dell'opera sono qui per la prima volta individuate le fonti agiografiche seguite, peraltro non senza autonome e interessanti variazioni e adattamenti da parte dei religiosi committenti, e il rapporto con il gruppo equestre di San Martino, all'epoca ad evidenza già presente in facciata, opera della generazione precedente della medesima bottega.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.