Nella seconda metà dell'800 l'attività viticola acquista maggiore importanza, come testimoniato dai risultati delle analisi compiute dal Dr. Domenico Martelli del Laboratorio di Chimica Agraria dell'Università di Pisa sui vini delle annate 1894 e 1895 provenienti da diverse località allora ricadenti nel comune di Orbetello, come ad esempio il "Tricosto". In questa fattoria esisteva un vigneto di 10 ettari in unico corpo piantato fitto (circa 10.000 ceppi per ettaro) ed allevato ad alberello. I vitigni coltivati, desumibili dai certificati di analisi erano per il vino rosso il "S.Giovese", la "Spagna", il "Chianti", e per i vini bianchi il "Procanico", la "Malvagia" e l’"Ansonica". Le potenzialità e la vocazione vitivinicola di questo territorio sono state chiaramente illustrate nella relazione di Alfonso Ademollo (1884) che vanta tra l'altro il progresso tecnico compiuto dai viticoltori e la bontà dei vini prodotti in alcuni Comuni della provincia di Grosseto, tra i quali emerge quello di Orbetello. Infine nel 1952 a seguito dell’applicazione della Riforma Agraria si modifica la situazione fondiaria con il ripopolamento delle campagne con unità poderali coltivatrici. Nel 1960 Capalbio recupera la propria autonomia amministrativa, sottraendo circa 200 chilometri quadrati al territorio del Comune di Orbetello, e nel 1961 si inaugura, in località Carige, la Cantina Sociale Cooperativa di Capalbio, destinata alla vinificazione delle uve prodotte dall’ampio comprensorio della Riforma Agraria. È significativo ricordare che la cantina ha vinificato e commercializzato fin dall’inizio il vino bianco e rosso sotto il nome di “Capalbio”. La zona a Denominazione di Origine interessa l'intero territorio del Comune di Capalbio ed in parte quello dei Comuni di Orbetello e di Manciano, è prevalentemente collinare e pedocollinare. La geologia del territorio è contrassegnata da formazioni eoceniche nelle zone collinari con affioramento di arenarie inferiori o scisti arenari, conglomerato rosso e arenarie grossolane; sabbie ed argille di origine miocenica caratterizzano, invece, i bacini dell'Albenga e di alcuni torrenti. Nelle zone pedocollinari e pianeggianti prevalgono formazioni alluvionali del quaternario. I terreni interessati dalla coltivazione della vite sono in prevalenza poco fertili, sciolti, poco calcarei ed in minor misura argillo-calcarei, brecciosi o argillo-sabbiosi. Sono da segnalare le iniziative sperimentali promosse di recente dall’amministrazione provinciale e dalla cantina sociale per la caratterizzazione viticola del territorio. Accanto ai vigneti realizzati nelle strutture poderali di piccola dimensione sono stati impiantati negli ultimi anni nuovi vigneti da parte di imprenditori che hanno fatto grandi investimenti nella zona. In gran parte si tratta di vigneti ad elevata densità di piantagione orientati alla produzione di vino rosso. Essendo i vigneti ancora giovani è ancora difficile avere una chiara visione della identità di questi vini, ma date le elevate potenzialità del territorio ne sentiremo certamente parlare nei prossimi anni.

Capalbio

SCALABRELLI, GIANCARLO
2008-01-01

Abstract

Nella seconda metà dell'800 l'attività viticola acquista maggiore importanza, come testimoniato dai risultati delle analisi compiute dal Dr. Domenico Martelli del Laboratorio di Chimica Agraria dell'Università di Pisa sui vini delle annate 1894 e 1895 provenienti da diverse località allora ricadenti nel comune di Orbetello, come ad esempio il "Tricosto". In questa fattoria esisteva un vigneto di 10 ettari in unico corpo piantato fitto (circa 10.000 ceppi per ettaro) ed allevato ad alberello. I vitigni coltivati, desumibili dai certificati di analisi erano per il vino rosso il "S.Giovese", la "Spagna", il "Chianti", e per i vini bianchi il "Procanico", la "Malvagia" e l’"Ansonica". Le potenzialità e la vocazione vitivinicola di questo territorio sono state chiaramente illustrate nella relazione di Alfonso Ademollo (1884) che vanta tra l'altro il progresso tecnico compiuto dai viticoltori e la bontà dei vini prodotti in alcuni Comuni della provincia di Grosseto, tra i quali emerge quello di Orbetello. Infine nel 1952 a seguito dell’applicazione della Riforma Agraria si modifica la situazione fondiaria con il ripopolamento delle campagne con unità poderali coltivatrici. Nel 1960 Capalbio recupera la propria autonomia amministrativa, sottraendo circa 200 chilometri quadrati al territorio del Comune di Orbetello, e nel 1961 si inaugura, in località Carige, la Cantina Sociale Cooperativa di Capalbio, destinata alla vinificazione delle uve prodotte dall’ampio comprensorio della Riforma Agraria. È significativo ricordare che la cantina ha vinificato e commercializzato fin dall’inizio il vino bianco e rosso sotto il nome di “Capalbio”. La zona a Denominazione di Origine interessa l'intero territorio del Comune di Capalbio ed in parte quello dei Comuni di Orbetello e di Manciano, è prevalentemente collinare e pedocollinare. La geologia del territorio è contrassegnata da formazioni eoceniche nelle zone collinari con affioramento di arenarie inferiori o scisti arenari, conglomerato rosso e arenarie grossolane; sabbie ed argille di origine miocenica caratterizzano, invece, i bacini dell'Albenga e di alcuni torrenti. Nelle zone pedocollinari e pianeggianti prevalgono formazioni alluvionali del quaternario. I terreni interessati dalla coltivazione della vite sono in prevalenza poco fertili, sciolti, poco calcarei ed in minor misura argillo-calcarei, brecciosi o argillo-sabbiosi. Sono da segnalare le iniziative sperimentali promosse di recente dall’amministrazione provinciale e dalla cantina sociale per la caratterizzazione viticola del territorio. Accanto ai vigneti realizzati nelle strutture poderali di piccola dimensione sono stati impiantati negli ultimi anni nuovi vigneti da parte di imprenditori che hanno fatto grandi investimenti nella zona. In gran parte si tratta di vigneti ad elevata densità di piantagione orientati alla produzione di vino rosso. Essendo i vigneti ancora giovani è ancora difficile avere una chiara visione della identità di questi vini, ma date le elevate potenzialità del territorio ne sentiremo certamente parlare nei prossimi anni.
2008
Scalabrelli, Giancarlo
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