La problematica dell’accesso al credito si inscrive nel più ampio quadro dell’esclusione bancaria e finanziaria, che è a sua volta uno dei possibili aspetti dell’esclusione sociale, intesa come forma di deprivazione materiale e di fragilità economica che non riguarda esclusivamente la povertà e il disagio estremo ma anche il graduale depauperamento dei legami familiari e sociali. Si tratta di un fenomeno articolato, riconducibile ad una molteplicità di fattori (economici, sociali, psicologici, geografici), la cui indagine investe molteplici profili, spesso ambivalenti: la stessa erogazione del credito può trasformarsi da strumento di inclusione a strumento di esclusione, come rivelato in maniera emblematica sia dai fenomeni di sovraindebitamento legati al credito al consumo sia dalla recente crisi dei mercati internazionali originata dai c.d. mutui subprime. La prospettiva di indagine è destinata ad ampliarsi ulteriormente ove si consideri che la riduzione di benefici del welfare conduce ad un più ampio utilizzo di credito ad alto tasso di interesse per soddisfare bisogni fondamentali; al contempo, le disuguaglianze – di reddito, di genere, di razza - che contraddistinguono le società moderne si riflettono sull’accesso al credito e sul funzionamento del sistema creditizio. Non sorprende, di fronte a tale complessità, che sempre più si parli di credito come diritto umano, per il suo legame con la dignità della persona e in una prospettiva di emancipazione dal bisogno e dalla povertà (empowerment) alla quale è estranea qualsiasi connotazione di mero assistenzialismo. Il saggio esplora la possibilità di individuare meccanismi in grado di conciliare inclusione di soggetti che secondo i criteri tradizionali sarebbero esclusi dall’accesso al credito ed esigenze di stabilità del sistema creditizio, soffermandosi in particolare sul tema dell’inadeguatezza del sistema tradizionale delle garanzie reali e personali, sulla novità rappresentate da forme “collettive” di garanzia e sull’applicazione del microcredito nei paesi sviluppati, sia come forma di sostegno a famiglie in difficoltà sia come fiducia a progetti di microimprenditoria, con interessanti utilizzazioni come strumento di contrasto all’esclusione bancaria e finanziaria.

Accesso al credito, cittadinanza economica e dignità della persona

PELLECCHIA, ENZA
2008-01-01

Abstract

La problematica dell’accesso al credito si inscrive nel più ampio quadro dell’esclusione bancaria e finanziaria, che è a sua volta uno dei possibili aspetti dell’esclusione sociale, intesa come forma di deprivazione materiale e di fragilità economica che non riguarda esclusivamente la povertà e il disagio estremo ma anche il graduale depauperamento dei legami familiari e sociali. Si tratta di un fenomeno articolato, riconducibile ad una molteplicità di fattori (economici, sociali, psicologici, geografici), la cui indagine investe molteplici profili, spesso ambivalenti: la stessa erogazione del credito può trasformarsi da strumento di inclusione a strumento di esclusione, come rivelato in maniera emblematica sia dai fenomeni di sovraindebitamento legati al credito al consumo sia dalla recente crisi dei mercati internazionali originata dai c.d. mutui subprime. La prospettiva di indagine è destinata ad ampliarsi ulteriormente ove si consideri che la riduzione di benefici del welfare conduce ad un più ampio utilizzo di credito ad alto tasso di interesse per soddisfare bisogni fondamentali; al contempo, le disuguaglianze – di reddito, di genere, di razza - che contraddistinguono le società moderne si riflettono sull’accesso al credito e sul funzionamento del sistema creditizio. Non sorprende, di fronte a tale complessità, che sempre più si parli di credito come diritto umano, per il suo legame con la dignità della persona e in una prospettiva di emancipazione dal bisogno e dalla povertà (empowerment) alla quale è estranea qualsiasi connotazione di mero assistenzialismo. Il saggio esplora la possibilità di individuare meccanismi in grado di conciliare inclusione di soggetti che secondo i criteri tradizionali sarebbero esclusi dall’accesso al credito ed esigenze di stabilità del sistema creditizio, soffermandosi in particolare sul tema dell’inadeguatezza del sistema tradizionale delle garanzie reali e personali, sulla novità rappresentate da forme “collettive” di garanzia e sull’applicazione del microcredito nei paesi sviluppati, sia come forma di sostegno a famiglie in difficoltà sia come fiducia a progetti di microimprenditoria, con interessanti utilizzazioni come strumento di contrasto all’esclusione bancaria e finanziaria.
2008
Pellecchia, Enza
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