All’interno del panorama letterario portoghese del ventesimo secolo, tra gli autori «engaged with a persistent investigation of the process of signification» (Drucker 1994), Ruben Alfred Andresen Leitão assume sicuramente una posizione di rilievo. Attraverso una studiata manipolazione linguistica e formale, Ruben A. descrive le preoccupazioni di una generazione in continua ricerca di risposte, ergendosi a testimone di una realtà corrotta e costruita su false verità. Cores (1960), dedicata agli amici poeti Noémia de Souza e Alexandre O’Neill, riflette a pieno lo spirito modernista portoghese. La raccolta – che non a caso si apre con un’epigrafe tratta da The Music of Poetry (1942) di T. S. Eliot – è costituita da otto racconti, in cui i toni surreali, e a tratti nonsense, si intrecciano agli innumerevoli riferimenti storici, letterari e culturali portoghesi. Il presente contributo prende in esame l’ultimo racconto della raccolta, Verde, tributo esplicito al poeta Cesário Verde, in cui il protagonista si ritrova a deambulare “telecomandato” dal potere della Torre Teleguiadora per le strade di una Lisbona reale e allo stesso tempo fantascientifica, in compagnia di individui e animali stravaganti, alla ricerca disperata di un “verde” che ormai non esiste più. L’obiettivo sarà quello di osservare come “l’effetto psichico” del colore sul protagonista (Kandinskij 1912), la realtà distopica dell’uomo telecomandato, e i riferimenti espliciti agli scrittori modernisti portoghesi convergano nella raffigurazione dell’immagine allegorica della società portoghese sotto la dittatura.

Un flâneur telecomandato. Verde di Ruben A. nel dialogo dei modernismi europei

Sofia Morabito
2023-01-01

Abstract

All’interno del panorama letterario portoghese del ventesimo secolo, tra gli autori «engaged with a persistent investigation of the process of signification» (Drucker 1994), Ruben Alfred Andresen Leitão assume sicuramente una posizione di rilievo. Attraverso una studiata manipolazione linguistica e formale, Ruben A. descrive le preoccupazioni di una generazione in continua ricerca di risposte, ergendosi a testimone di una realtà corrotta e costruita su false verità. Cores (1960), dedicata agli amici poeti Noémia de Souza e Alexandre O’Neill, riflette a pieno lo spirito modernista portoghese. La raccolta – che non a caso si apre con un’epigrafe tratta da The Music of Poetry (1942) di T. S. Eliot – è costituita da otto racconti, in cui i toni surreali, e a tratti nonsense, si intrecciano agli innumerevoli riferimenti storici, letterari e culturali portoghesi. Il presente contributo prende in esame l’ultimo racconto della raccolta, Verde, tributo esplicito al poeta Cesário Verde, in cui il protagonista si ritrova a deambulare “telecomandato” dal potere della Torre Teleguiadora per le strade di una Lisbona reale e allo stesso tempo fantascientifica, in compagnia di individui e animali stravaganti, alla ricerca disperata di un “verde” che ormai non esiste più. L’obiettivo sarà quello di osservare come “l’effetto psichico” del colore sul protagonista (Kandinskij 1912), la realtà distopica dell’uomo telecomandato, e i riferimenti espliciti agli scrittori modernisti portoghesi convergano nella raffigurazione dell’immagine allegorica della società portoghese sotto la dittatura.
2023
Morabito, Sofia
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11568/1200627
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