La paleopatologia è la disciplina che indaga le malattie del passato at-traverso lo studio dei resti umani antichi (scheletri e mummie). Si di-scosta quindi dalla storia della medicina che studia le patologie, le teo-rie mediche e le terapie del passato analizzando però le fonti storiche e letterarie. La paleopatologia è quindi strettamente legata ai metodi del-la medicina convenzionale, ma arricchita e supportata da materie co-me la storia, l’antropologia e l’archeologia. Un ramo importante di questa disciplina è la paleoparassitologia, termine coniato nel 1978 dalla Fondazione Oswaldo Cruz (Brasile), che si occupa dello studio dei parassiti identificati nel materiale archeologico o paleontologico. L’apporto della paleoparassitologia è cruciale per indagare il paleo-clima e lo stile di vita delle popolazioni del passato in termini di con-dizioni igieniche, misure sanitarie e alimentazione; tuttavia, ha anche implicazioni profonde nella medicina moderna, ad esempio per preve-dere l'evoluzione di una certa malattia. La paleoparassitologia come materia di ricerca ha ormai una storia centenaria dato che il primo scienziato a identificare un parassita anti-co fu Sir Armand Ruffer che nel 1910 descrisse lo Schistosoma haematobium in alcune mummie egizie della XX dinastia (1250-1100 a.C.). Nel corso degli anni, grazie ai miglioramenti tecnologici, le scoperte si sono moltiplicate e molti parassiti sono stati identificati in resti umani provenienti da tutti i continenti e da tutte le epoche, dalla preistoria all’evo moderno. La paleoparassitologia è fondamentale per conoscere non solo l'origi-ne e l’evoluzione delle malattie parassitarie, ma anche l'evoluzione dei parassiti e dei loro ospiti. È una materia multidisciplinare che stimola la cooperazione internazionale allo scopo di formulare ipotesi e verifi-care i risultati. Pertanto, le persone coinvolte non sono solo parassito-logi, ma anche paleopatologi, archeologi e tanti altri specialisti che possano fornire materiali ed interpretare i risultati. La tendenza dell’uomo a esplorare e colonizzare nuove aree ha am-piamente contribuito alla diffusione dei parassiti, quindi è fondamen-tale considerare questi come parte di un sistema complesso composto dal parassita stesso, dall'ospite e dall'ambiente in cui si trovano; si possono così dedurre aspetti dell'ecologia delle malattie nei popoli an-tichi (cosiddetta ‘patoecologia’). Solo uno studio complesso di tutti questi fattori può contribuire ad una migliore comprensione dell'origi-ne e dell'evoluzione delle malattie infettive. Le indicazioni sul luogo di origine e la successiva diffusione delle malattie con le migrazioni umane possono illuminarci sul perché alcune malattie sono più diffici-li da eradicare in alcune parti del mondo rispetto ad altre. La cono-scenza del cambiamento evolutivo di molte malattie parassitarie e la scoperta di antichi ceppi di parassiti non più esistenti ci possono aiuta-re a comprendere come i patogeni si adattano e si evolvono, al fine di trovare cure efficaci e prevenire riemergenze di tali malattie.

Paleoparassitologia

Raffaele Gaeta
Writing – Original Draft Preparation
;
Gino Fornaciari
Writing – Original Draft Preparation
;
Fabrizio bruschi
Conceptualization
2023-01-01

Abstract

La paleopatologia è la disciplina che indaga le malattie del passato at-traverso lo studio dei resti umani antichi (scheletri e mummie). Si di-scosta quindi dalla storia della medicina che studia le patologie, le teo-rie mediche e le terapie del passato analizzando però le fonti storiche e letterarie. La paleopatologia è quindi strettamente legata ai metodi del-la medicina convenzionale, ma arricchita e supportata da materie co-me la storia, l’antropologia e l’archeologia. Un ramo importante di questa disciplina è la paleoparassitologia, termine coniato nel 1978 dalla Fondazione Oswaldo Cruz (Brasile), che si occupa dello studio dei parassiti identificati nel materiale archeologico o paleontologico. L’apporto della paleoparassitologia è cruciale per indagare il paleo-clima e lo stile di vita delle popolazioni del passato in termini di con-dizioni igieniche, misure sanitarie e alimentazione; tuttavia, ha anche implicazioni profonde nella medicina moderna, ad esempio per preve-dere l'evoluzione di una certa malattia. La paleoparassitologia come materia di ricerca ha ormai una storia centenaria dato che il primo scienziato a identificare un parassita anti-co fu Sir Armand Ruffer che nel 1910 descrisse lo Schistosoma haematobium in alcune mummie egizie della XX dinastia (1250-1100 a.C.). Nel corso degli anni, grazie ai miglioramenti tecnologici, le scoperte si sono moltiplicate e molti parassiti sono stati identificati in resti umani provenienti da tutti i continenti e da tutte le epoche, dalla preistoria all’evo moderno. La paleoparassitologia è fondamentale per conoscere non solo l'origi-ne e l’evoluzione delle malattie parassitarie, ma anche l'evoluzione dei parassiti e dei loro ospiti. È una materia multidisciplinare che stimola la cooperazione internazionale allo scopo di formulare ipotesi e verifi-care i risultati. Pertanto, le persone coinvolte non sono solo parassito-logi, ma anche paleopatologi, archeologi e tanti altri specialisti che possano fornire materiali ed interpretare i risultati. La tendenza dell’uomo a esplorare e colonizzare nuove aree ha am-piamente contribuito alla diffusione dei parassiti, quindi è fondamen-tale considerare questi come parte di un sistema complesso composto dal parassita stesso, dall'ospite e dall'ambiente in cui si trovano; si possono così dedurre aspetti dell'ecologia delle malattie nei popoli an-tichi (cosiddetta ‘patoecologia’). Solo uno studio complesso di tutti questi fattori può contribuire ad una migliore comprensione dell'origi-ne e dell'evoluzione delle malattie infettive. Le indicazioni sul luogo di origine e la successiva diffusione delle malattie con le migrazioni umane possono illuminarci sul perché alcune malattie sono più diffici-li da eradicare in alcune parti del mondo rispetto ad altre. La cono-scenza del cambiamento evolutivo di molte malattie parassitarie e la scoperta di antichi ceppi di parassiti non più esistenti ci possono aiuta-re a comprendere come i patogeni si adattano e si evolvono, al fine di trovare cure efficaci e prevenire riemergenze di tali malattie.
2023
Gaeta, Raffaele; Fornaciari, Gino; Bruschi, Fabrizio
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11568/1212567
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