Uno dei caratteri che ha sempre contraddistinto l’architettura di Massimo Pica Ciamarra è la sua straordinaria capacità di lavorare alle varie scale sulle relazioni contestuali che un manufatto architettonico è capace di intessere, sulla sua possibilità di essere un’«opera aperta», piuttosto che sul valore oggettuale dell’edificio, operare dunque più sugli aspetti processuali di un’opera che sugli sistemi formali che la definiscono. Una posizione molto chiara, ma che è stata lungamente minoritaria sia in campo nazionale, fatte alcune eccezioni – si pensi ad esempio all’opera di Giancarlo De Carlo, che si spinge fino a ipotizzare aspetti di compartecipazione alla progettazione–, sia all’interno della scuola napoletana, dove tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta l’orientamento dominante era rivolto ai grandi studi tipo-morfologici di lettura della città e del territorio.
Condensatori Partenopei
Luca Lanini
2023-01-01
Abstract
Uno dei caratteri che ha sempre contraddistinto l’architettura di Massimo Pica Ciamarra è la sua straordinaria capacità di lavorare alle varie scale sulle relazioni contestuali che un manufatto architettonico è capace di intessere, sulla sua possibilità di essere un’«opera aperta», piuttosto che sul valore oggettuale dell’edificio, operare dunque più sugli aspetti processuali di un’opera che sugli sistemi formali che la definiscono. Una posizione molto chiara, ma che è stata lungamente minoritaria sia in campo nazionale, fatte alcune eccezioni – si pensi ad esempio all’opera di Giancarlo De Carlo, che si spinge fino a ipotizzare aspetti di compartecipazione alla progettazione–, sia all’interno della scuola napoletana, dove tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta l’orientamento dominante era rivolto ai grandi studi tipo-morfologici di lettura della città e del territorio.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.