“Meritocrazia” è un termine coniato da Young nel suo racconto satirico L’avvento della meritocrazia: 1870-2033: un saggio su istruzione e uguaglianza. Nel testo, il merito viene esplicitato nell’equazione merito = quoziente intellettivo + impegno. Si delinea, così, una realtà in cui la posizione dell’individuo all’interno della società è determinata esclusivamente dal possesso di competenze misurabili e dalla corrispondenza fra titolo di studio conseguito e relativo livello occupazionale. Sebbene nell’opera di Young emerga una problematizzazione di tale assetto sociale, è possibile affermare che all’interno del contesto sociale odierno, in particolare con riferimento alle modalità di produzione del sapere, si sia andato affermando sempre più un discorso meritocratico che, tuttavia, rischia di mettere in ombra l’aspetto relativo alle disuguaglianze. Il presente lavoro si interroga sulla diffusione di tale modello all’interno della popolazione studentesca universitaria adottando la prospettiva di analisi proposta da Pierre Bourdieu e Passeron nell’opera I delfini. A questo scopo, è presentata una indagine svolta fra studenti e studentesse dell’Università di Pisa in rapporto all’Ente Regionale per il Diritto allo Studio (DSU Toscana). I risultati qui illustrati, lungi dall’avere carattere di esaustività, evidenziano la rilevanza assunta da un approccio quantitativo all’attività di studio: la necessità di raggiungere competenze certificate misurabili tramite i CFU secondo periodizzazioni ben definite incide in modo negativo sul processo di interiorizzazione che caratterizza il sapere critico.
"...Quale eccellenza tra queste macerie?" La retorica meritocratica tra diritto allo studio universitario e disuguaglianze sociali
Leardi, Renata
2023-01-01
Abstract
“Meritocrazia” è un termine coniato da Young nel suo racconto satirico L’avvento della meritocrazia: 1870-2033: un saggio su istruzione e uguaglianza. Nel testo, il merito viene esplicitato nell’equazione merito = quoziente intellettivo + impegno. Si delinea, così, una realtà in cui la posizione dell’individuo all’interno della società è determinata esclusivamente dal possesso di competenze misurabili e dalla corrispondenza fra titolo di studio conseguito e relativo livello occupazionale. Sebbene nell’opera di Young emerga una problematizzazione di tale assetto sociale, è possibile affermare che all’interno del contesto sociale odierno, in particolare con riferimento alle modalità di produzione del sapere, si sia andato affermando sempre più un discorso meritocratico che, tuttavia, rischia di mettere in ombra l’aspetto relativo alle disuguaglianze. Il presente lavoro si interroga sulla diffusione di tale modello all’interno della popolazione studentesca universitaria adottando la prospettiva di analisi proposta da Pierre Bourdieu e Passeron nell’opera I delfini. A questo scopo, è presentata una indagine svolta fra studenti e studentesse dell’Università di Pisa in rapporto all’Ente Regionale per il Diritto allo Studio (DSU Toscana). I risultati qui illustrati, lungi dall’avere carattere di esaustività, evidenziano la rilevanza assunta da un approccio quantitativo all’attività di studio: la necessità di raggiungere competenze certificate misurabili tramite i CFU secondo periodizzazioni ben definite incide in modo negativo sul processo di interiorizzazione che caratterizza il sapere critico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.