La riorganizzazione del welfare ha visto una redistribuzione di funzioni, compiti e spazi di autonomia decisionale tra livelli istituzionali, organizzazioni ed attori. In Italia, questi processi hanno interessato sia il versante della programmazione delle politiche, sia quello della loro effettiva realizzazione. La combinazione tra le indicazioni normative e le specificità regionali e locali hanno dato vita ad un sistema di welfare territorialmente diversificato. L’assunzione del principio di sussidiarietà e di una prospettiva di governance porta con sé dilemmi irrisolti, che definiscono esiti differenziati, anche potenzialmente divergenti. Sono numerosi ed interessanti gli interrogativi che sorgono intorno alla possibilità di bilanciare i principi di autonomia ed equità e di contenere gli “spazi” di una discrezionalità che si potrebbe definire “istituzionale”. Il rischio è di sancire dal punto di vista istituzionale squilibri sub-nazionali e diseguaglianze fra i cittadini. Nell’area delle politiche sociali, dove l’esigibilità dei diritti appare, per molti versi, ridotta, si combina una spesso rilevante discrezionalità ”operativa”, affidata agli attori preposti alla complessa fase dell’implementazione. In un quadro normativo dai tratti incerti ed indefiniti, sostenuto da risorse spesso contenute, si intrecciano competenze, organizzazioni e professionalità, nell’affrontare bisogni complessi ed in rapida trasformazione. In un mutevole bilanciamento tra specificità ed equità delle prestazioni, flessibilità e garanzia dei servizi, diritti, eccezioni ed emergenze.

Le politiche socio-assistenziali in Italia, tra discrezionalitŕ istituzionale e discrezionalitŕ operativa

Catena, Leonardo
2012-01-01

Abstract

La riorganizzazione del welfare ha visto una redistribuzione di funzioni, compiti e spazi di autonomia decisionale tra livelli istituzionali, organizzazioni ed attori. In Italia, questi processi hanno interessato sia il versante della programmazione delle politiche, sia quello della loro effettiva realizzazione. La combinazione tra le indicazioni normative e le specificità regionali e locali hanno dato vita ad un sistema di welfare territorialmente diversificato. L’assunzione del principio di sussidiarietà e di una prospettiva di governance porta con sé dilemmi irrisolti, che definiscono esiti differenziati, anche potenzialmente divergenti. Sono numerosi ed interessanti gli interrogativi che sorgono intorno alla possibilità di bilanciare i principi di autonomia ed equità e di contenere gli “spazi” di una discrezionalità che si potrebbe definire “istituzionale”. Il rischio è di sancire dal punto di vista istituzionale squilibri sub-nazionali e diseguaglianze fra i cittadini. Nell’area delle politiche sociali, dove l’esigibilità dei diritti appare, per molti versi, ridotta, si combina una spesso rilevante discrezionalità ”operativa”, affidata agli attori preposti alla complessa fase dell’implementazione. In un quadro normativo dai tratti incerti ed indefiniti, sostenuto da risorse spesso contenute, si intrecciano competenze, organizzazioni e professionalità, nell’affrontare bisogni complessi ed in rapida trasformazione. In un mutevole bilanciamento tra specificità ed equità delle prestazioni, flessibilità e garanzia dei servizi, diritti, eccezioni ed emergenze.
2012
Saruis, Tatiana; Catena, Leonardo
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