Il contributo si suddivide in due parti. Nella prima si conduce un esame di tipo quantitativo sulle importazioni di grano in Italia dall’inizio del XX secolo fino al termine della Seconda guerra mondiale. In questo periodo di assiste a un vero e proprio salto rispetto ai decenni precedenti: le quantità di grano importato cresceranno vistosamente, come conseguenza dell’incremento demografico e della crescente urbanizzazione. Questo trend di crescita delle importazioni si interromperà nei primi anni Trenta, quando si faranno sentire gli effetti della “Battaglia del grano” lanciata dal regime fascista nel 1925, che ebbe un impatto significativo sulla bilancia commerciale italiana e sulla struttura produttiva dell’agricoltura. La crescita delle importazioni di grano coincise con l’adozione, anche in Italia, dei primi silos granari meccanizzati edificati sul modello di quelli americani. Fra il 1899 e il 1901 fu costruito nel porto di Genova il primo silo; nel 1905 fu costruita la semoleria di Cagliari; nel 1915 si conclusero i lavori per la costruzione del silo granario del porto di Napoli. Infine, nel 1924, fu inaugurato il silo granario nel porto di Livorno. Con la realizzazione di queste moderne infrastrutture di stoccaggio, si avvia anche in Italia il processo di modernizzazione dei depositi portuali per cereali. La seconda parte del lavoro si concentra proprio sul silo ubicato nel porto di Livorno. A partire dagli anni Trenta, dunque pochi anni dopo la sua inaugurazione, ha inizio un periodo di sottoutilizzazione del silo. Tale dinamica è il riflesso del decremento delle importazioni di cereali dall’estero, ed è anche la conseguenza delle politiche del regime fascista in tema di ammassi granari. Durante questo decennio, anche come esito della crisi del commercio internazionale innescata dai fatti del 1929, i grandi silos granari ubicati nelle aree portuali si trovarono a dover fronteggiare la “concorrenza” dei silos “tradizionali”, il cui ruolo fu rilanciato dal regime per attenuare gli effetti della crisi e ridurre il deficit della bilancia commerciale.

Il commercio cerealicolo in Italia e a Livorno nella prima metà del Novecento

Cini Marco
2024-01-01

Abstract

Il contributo si suddivide in due parti. Nella prima si conduce un esame di tipo quantitativo sulle importazioni di grano in Italia dall’inizio del XX secolo fino al termine della Seconda guerra mondiale. In questo periodo di assiste a un vero e proprio salto rispetto ai decenni precedenti: le quantità di grano importato cresceranno vistosamente, come conseguenza dell’incremento demografico e della crescente urbanizzazione. Questo trend di crescita delle importazioni si interromperà nei primi anni Trenta, quando si faranno sentire gli effetti della “Battaglia del grano” lanciata dal regime fascista nel 1925, che ebbe un impatto significativo sulla bilancia commerciale italiana e sulla struttura produttiva dell’agricoltura. La crescita delle importazioni di grano coincise con l’adozione, anche in Italia, dei primi silos granari meccanizzati edificati sul modello di quelli americani. Fra il 1899 e il 1901 fu costruito nel porto di Genova il primo silo; nel 1905 fu costruita la semoleria di Cagliari; nel 1915 si conclusero i lavori per la costruzione del silo granario del porto di Napoli. Infine, nel 1924, fu inaugurato il silo granario nel porto di Livorno. Con la realizzazione di queste moderne infrastrutture di stoccaggio, si avvia anche in Italia il processo di modernizzazione dei depositi portuali per cereali. La seconda parte del lavoro si concentra proprio sul silo ubicato nel porto di Livorno. A partire dagli anni Trenta, dunque pochi anni dopo la sua inaugurazione, ha inizio un periodo di sottoutilizzazione del silo. Tale dinamica è il riflesso del decremento delle importazioni di cereali dall’estero, ed è anche la conseguenza delle politiche del regime fascista in tema di ammassi granari. Durante questo decennio, anche come esito della crisi del commercio internazionale innescata dai fatti del 1929, i grandi silos granari ubicati nelle aree portuali si trovarono a dover fronteggiare la “concorrenza” dei silos “tradizionali”, il cui ruolo fu rilanciato dal regime per attenuare gli effetti della crisi e ridurre il deficit della bilancia commerciale.
2024
Cini, Marco
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11568/1234087
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