In questo articolo si prende in esame l’analisi di confronto fra decessi attesi e decessi osservati, riportata nel 10° Rapporto AIFA sulla Sorveglianza dei vaccini Covid-19, mettendo in luce due sue grosse criticità. La prima riguarda il numero dei decessi attesi, che appare grossolanamente sovrastimato, mentre la seconda si riferisce al fatto che, ai fini del confronto, i “decessi osservati” non dovrebbero essere soltanto quelli segnalati, bensì tutti quelli verificatisi nella popolazione dei vaccinati nelle due settimane successive all’inoculazione. Poiché il numero dei decessi attesi viene sovrastimato, mentre quello dei decessi osservati è sottostimato, il Rapporto Standardizzato di Mortalità risulta di conseguenza sottostimato, cosicché i risultati a cui giunge AIFA non possono considerarsi attendibili. Per quanto riguarda i decessi attesi, ci è stato possibile ricavare una stima più attendibile di quella presentata da AIFA, mentre la mancanza dei dati necessari ci impedisce di conoscere il numero di tutti i decessi avvenuti nei 14 giorni successivi all’inoculazione del vaccino. Per questo motivo, non siamo in grado di ricavare una stima soddisfacente del SMR, che, invece, sarebbe facilmente ottenibile se la farmacovigilanza fosse di tipo attivo o comunque se fossero accessibili data set a livello individuale contenenti l’informazione sulla mortalità dei vaccinati. AIFA aveva già commesso errori analoghi nel 5° Rapporto sulla Sorveglianza dei vaccini Covid-19 (Cheli et al., 2022) e a nostro giudizio è grave che un’agenzia pubblica, a cui è affidato un importante e delicato compito di informazione, pubblichi un’analisi viziata da errori grossolani come quelli da noi evidenziati ed è ancor più grave che, a distanza di mesi, AIFA non si sia accorta degli errori commessi ma li abbia addirittura reiterati. Come ricercatori e cittadini siamo convinti che l’operato delle agenzie regolatorie come AIFA sia un elemento importante a tutela della salute e del benessere della comunità e proprio per questo ci sembra opportuno che errori macroscopici come quelli qui discussi vengano portati alla luce, nella speranza che ciò stimoli AIFA ad operare in modo scientificamente più corretto e trasparente, così da evitare problemi simili in futuro.
Considerazioni critiche sul confronto tra decessi osservati e attesi dopo la vaccinazione nel 10° Rapporto AIFA sulla Sorveglianza dei vaccini COVID-19
Bruno CheliSecondo
;Rachele Foschi;Alessio Iodice;Barbara Pinto
;
2022-01-01
Abstract
In questo articolo si prende in esame l’analisi di confronto fra decessi attesi e decessi osservati, riportata nel 10° Rapporto AIFA sulla Sorveglianza dei vaccini Covid-19, mettendo in luce due sue grosse criticità. La prima riguarda il numero dei decessi attesi, che appare grossolanamente sovrastimato, mentre la seconda si riferisce al fatto che, ai fini del confronto, i “decessi osservati” non dovrebbero essere soltanto quelli segnalati, bensì tutti quelli verificatisi nella popolazione dei vaccinati nelle due settimane successive all’inoculazione. Poiché il numero dei decessi attesi viene sovrastimato, mentre quello dei decessi osservati è sottostimato, il Rapporto Standardizzato di Mortalità risulta di conseguenza sottostimato, cosicché i risultati a cui giunge AIFA non possono considerarsi attendibili. Per quanto riguarda i decessi attesi, ci è stato possibile ricavare una stima più attendibile di quella presentata da AIFA, mentre la mancanza dei dati necessari ci impedisce di conoscere il numero di tutti i decessi avvenuti nei 14 giorni successivi all’inoculazione del vaccino. Per questo motivo, non siamo in grado di ricavare una stima soddisfacente del SMR, che, invece, sarebbe facilmente ottenibile se la farmacovigilanza fosse di tipo attivo o comunque se fossero accessibili data set a livello individuale contenenti l’informazione sulla mortalità dei vaccinati. AIFA aveva già commesso errori analoghi nel 5° Rapporto sulla Sorveglianza dei vaccini Covid-19 (Cheli et al., 2022) e a nostro giudizio è grave che un’agenzia pubblica, a cui è affidato un importante e delicato compito di informazione, pubblichi un’analisi viziata da errori grossolani come quelli da noi evidenziati ed è ancor più grave che, a distanza di mesi, AIFA non si sia accorta degli errori commessi ma li abbia addirittura reiterati. Come ricercatori e cittadini siamo convinti che l’operato delle agenzie regolatorie come AIFA sia un elemento importante a tutela della salute e del benessere della comunità e proprio per questo ci sembra opportuno che errori macroscopici come quelli qui discussi vengano portati alla luce, nella speranza che ciò stimoli AIFA ad operare in modo scientificamente più corretto e trasparente, così da evitare problemi simili in futuro.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.