L'articolo analizza due coppie di dipinti realizzati da Tommaso Gherardini, conservati presso il Museo Civico di Livorno e nei depositi delle Gallerie degli Uffizi di Firenze, che raffigurano i festeggiamenti del 1766 a Livorno per l'ingresso del granduca Pietro Leopoldo I. Questi dipinti, rappresentanti momenti chiave come la "mostra generale dei palii" sulla piazza del Duomo e il palio remiero delle fregate nel Molo Cosimo, sono esaminati sia dal punto di vista iconografico che formale, con un'attenzione particolare alla loro storia di committenza e alla collocazione originaria, arricchita dall'uso di documenti inediti. L'articolo evidenzia il valore documentario delle opere, che forniscono una visione dettagliata dell'architettura e della vita urbana di Livorno nel Settecento, e sottolinea la necessità di una rivalutazione critica della loro qualità artistica. Inoltre, esplora l'innovazione rappresentata dagli apparati effimeri delle feste, considerati un punto di svolta nel vedutismo toscano e un momento significativo di celebrazione politico-dinastica e di affermazione culturale del Granducato di Toscana.
Le vedute delle feste livornesi del 1766 di Tommaso Gherardini nelle due redazioni delle Gallerie degli Uffizi e del Museo Civico di Livorno. Un approfondimento
Giovanni Santucci
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In corso di stampa
Abstract
L'articolo analizza due coppie di dipinti realizzati da Tommaso Gherardini, conservati presso il Museo Civico di Livorno e nei depositi delle Gallerie degli Uffizi di Firenze, che raffigurano i festeggiamenti del 1766 a Livorno per l'ingresso del granduca Pietro Leopoldo I. Questi dipinti, rappresentanti momenti chiave come la "mostra generale dei palii" sulla piazza del Duomo e il palio remiero delle fregate nel Molo Cosimo, sono esaminati sia dal punto di vista iconografico che formale, con un'attenzione particolare alla loro storia di committenza e alla collocazione originaria, arricchita dall'uso di documenti inediti. L'articolo evidenzia il valore documentario delle opere, che forniscono una visione dettagliata dell'architettura e della vita urbana di Livorno nel Settecento, e sottolinea la necessità di una rivalutazione critica della loro qualità artistica. Inoltre, esplora l'innovazione rappresentata dagli apparati effimeri delle feste, considerati un punto di svolta nel vedutismo toscano e un momento significativo di celebrazione politico-dinastica e di affermazione culturale del Granducato di Toscana.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.