i Fondi Comuni di Investimento SRI rappresentano un importante strumento per raccogliere fondi ed orientarli verso investimenti soste-nibili, in modo da ridurre quel gap finanziario purtroppo ravvisabile nel perseguimento dei Sustainable Development Goals (SDGs) tracciati dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite . Il contributo mira ad analizzare alcune criticità riscontrabili nella SRI Fund Industry in seguito alla applicazione della normativa europea nota come SFDR. La relativa richiesta di classificazione dei prodotti finanziari in diversi gruppi, come Art.9, Art. 8 e Art.6, ha visto un’adozione molto ampia in tutti i mercati europei. Tuttavia, i dati disponibili mostrano che i gestori patrimo-niali dei fondi hanno utilizzato diversi metodi di categorizzazione, dando interpretazioni molto diverse alle diverse categorie data la flessibilità concessa dalla SFDR ai FMPs nell’autodefinire i propri prodotti. Questo scenario ha portato a situazioni in cui fondi con caratteristiche simili sono stati classificati in categorie diverse o prodotti della stessa categoria SFDR sono difficilmente comparabili, dando così luogo a malintesi e accuse di greenwashing, in netto contrasto con quello che era l’intento del legislatore europeo quando aveva introdotto la stessa SFDR, volta semmai a fronteggiare il rischio di Greenwashing.
Le scelte dei Fondi Comuni di Investimento Sostenibile (SRI) alla luce della EU Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR): alcune criticità in atto.
Maria Cristina Quirici
Primo
Writing – Review & Editing
2024-01-01
Abstract
i Fondi Comuni di Investimento SRI rappresentano un importante strumento per raccogliere fondi ed orientarli verso investimenti soste-nibili, in modo da ridurre quel gap finanziario purtroppo ravvisabile nel perseguimento dei Sustainable Development Goals (SDGs) tracciati dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite . Il contributo mira ad analizzare alcune criticità riscontrabili nella SRI Fund Industry in seguito alla applicazione della normativa europea nota come SFDR. La relativa richiesta di classificazione dei prodotti finanziari in diversi gruppi, come Art.9, Art. 8 e Art.6, ha visto un’adozione molto ampia in tutti i mercati europei. Tuttavia, i dati disponibili mostrano che i gestori patrimo-niali dei fondi hanno utilizzato diversi metodi di categorizzazione, dando interpretazioni molto diverse alle diverse categorie data la flessibilità concessa dalla SFDR ai FMPs nell’autodefinire i propri prodotti. Questo scenario ha portato a situazioni in cui fondi con caratteristiche simili sono stati classificati in categorie diverse o prodotti della stessa categoria SFDR sono difficilmente comparabili, dando così luogo a malintesi e accuse di greenwashing, in netto contrasto con quello che era l’intento del legislatore europeo quando aveva introdotto la stessa SFDR, volta semmai a fronteggiare il rischio di Greenwashing.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.