Le comunità energetiche rinnovabili rappresentano un modello innovativo di produzione e consumo di energia pulita, mediante il quale i clienti finali possono assumere la qualifica di prosumers, ovvero produttori-consumatori capaci di generare un reddito orientato alla produzione di benefici economici, ambientali e sociali per il territorio di riferimento. Tale modello consente loro di contribuire, dal basso e in forma associata, al perseguimento di una transizione energetica equa e sostenibile. Questo approccio sembra ispirato all’idea che i cittadini, singoli e associati, possano collaborare con le istituzioni per prendersi cura del bene comune, incarnando il paradigma dell’amministrazione condivisa, che si è affermato concretamente e in varie forme nel nostro ordinamento. Il contributo esamina il quadro normativo multilivello che regola le comunità energetiche rinnovabili, proponendone una classificazione nell’ambito dei partenariati dell’amministrazione condivisa, evidenziando alcuni elementi distintivi e sottolineando le finalità che richiamano, in una prospettiva olistica, il concetto triadico di sviluppo sostenibile. L’analisi suggerisce la necessità di concepire una transizione energetica condivisa, attraverso il coinvolgimento della società civile nelle sue differenti forme. Ciò consentirebbe di favorire l’accettazione sociale delle energie rinnovabili, allargando le dimensioni della partecipazione democratica, dell’economia sociale e della generatività sociale. In tale contesto, sebbene le pubbliche amministrazioni possano svolgere un ruolo significativo in linea con il principio di sussidiarietà orizzontale, il contributo si sofferma sulle difficoltà, riconducibili a vari fattori, che ostacolano la diffusione delle comunità energetiche.

Le comunità energetiche rinnovabili: anatomia di un modello di partenariato dell’amministrazione condivisa

Pizzanelli Giovanna
2024-01-01

Abstract

Le comunità energetiche rinnovabili rappresentano un modello innovativo di produzione e consumo di energia pulita, mediante il quale i clienti finali possono assumere la qualifica di prosumers, ovvero produttori-consumatori capaci di generare un reddito orientato alla produzione di benefici economici, ambientali e sociali per il territorio di riferimento. Tale modello consente loro di contribuire, dal basso e in forma associata, al perseguimento di una transizione energetica equa e sostenibile. Questo approccio sembra ispirato all’idea che i cittadini, singoli e associati, possano collaborare con le istituzioni per prendersi cura del bene comune, incarnando il paradigma dell’amministrazione condivisa, che si è affermato concretamente e in varie forme nel nostro ordinamento. Il contributo esamina il quadro normativo multilivello che regola le comunità energetiche rinnovabili, proponendone una classificazione nell’ambito dei partenariati dell’amministrazione condivisa, evidenziando alcuni elementi distintivi e sottolineando le finalità che richiamano, in una prospettiva olistica, il concetto triadico di sviluppo sostenibile. L’analisi suggerisce la necessità di concepire una transizione energetica condivisa, attraverso il coinvolgimento della società civile nelle sue differenti forme. Ciò consentirebbe di favorire l’accettazione sociale delle energie rinnovabili, allargando le dimensioni della partecipazione democratica, dell’economia sociale e della generatività sociale. In tale contesto, sebbene le pubbliche amministrazioni possano svolgere un ruolo significativo in linea con il principio di sussidiarietà orizzontale, il contributo si sofferma sulle difficoltà, riconducibili a vari fattori, che ostacolano la diffusione delle comunità energetiche.
2024
Pizzanelli, Giovanna
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11568/1280847
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