Nel linguaggio urbanistico i termini valore e risorsa sono spesso utilizzati in modo generico e sinonimico. Si potrà infatti dire che un paesaggio è un valore o una risorsa, intendendo con questo marcare indistintamente le sue qualità e i caratteri degni di essere tutelati. Allo stesso modo, si potrà affermare che un immobile costituisce una risorsa o un valore, parlando delle sue potenzialità in un ipotetico processo di valorizzazione o del suo valore inteso come prezzo di mercato o come entità monetaria iscritta a bilancio. La città stessa può essere descritta sia come risorsa sia come valore, volendo con questo indicare generalmente le sue potenzialità e le sue caratteristiche positive. In ambito economico, al contrario, i due termini hanno significati ed implicazioni puntuali e distinti, tanto da essere al centro di quella che è definita teoria del valore. In economia il valore è un concetto complesso e dinamico che si lega ai processi economici e produttivi che hanno come loro obiettivo la sua conservazione e la sua riproduzione. Il patrimonio costruito e la città sono, in quest’ottica, un fattore produttivo composto da risorse naturali – come, ad esempio il suolo e i materiali impiegati –, dal lavoro necessario alla sua costruzione e dalla rendita data dalla specifica localizzazione. Il reciproco rapporto tra queste componenti, quello tra loro e la capacità di produrre reddito e quello con il valore di scambio sul mercato caratterizza e definisce differenti famiglie di patrimoni edilizi, con comportamenti, dinamiche e ruoli profondamente diversi tra loro. In questo contributo verranno in particolare distinti i patrimoni capaci di produrre valore da quelli che restituiscono solo un’utilità legata al loro uso, da quelli, infine, che costituiscono una statica risorsa riattivabile in orizzonti di lungo periodo. Questo ragionamento permette di costruire una tassonomia in grado di restituire un quadro complesso e sfumato, sia in termini economici sia in termini geografici, dell’Italia di Mezzo, potendo in ultimo orientare e modulare le politiche territoriali e quelle fiscali per garantire migliore efficacia e maggiore equità.
Il valore nel patrimonio costruito
Simone Rusci;
2024-01-01
Abstract
Nel linguaggio urbanistico i termini valore e risorsa sono spesso utilizzati in modo generico e sinonimico. Si potrà infatti dire che un paesaggio è un valore o una risorsa, intendendo con questo marcare indistintamente le sue qualità e i caratteri degni di essere tutelati. Allo stesso modo, si potrà affermare che un immobile costituisce una risorsa o un valore, parlando delle sue potenzialità in un ipotetico processo di valorizzazione o del suo valore inteso come prezzo di mercato o come entità monetaria iscritta a bilancio. La città stessa può essere descritta sia come risorsa sia come valore, volendo con questo indicare generalmente le sue potenzialità e le sue caratteristiche positive. In ambito economico, al contrario, i due termini hanno significati ed implicazioni puntuali e distinti, tanto da essere al centro di quella che è definita teoria del valore. In economia il valore è un concetto complesso e dinamico che si lega ai processi economici e produttivi che hanno come loro obiettivo la sua conservazione e la sua riproduzione. Il patrimonio costruito e la città sono, in quest’ottica, un fattore produttivo composto da risorse naturali – come, ad esempio il suolo e i materiali impiegati –, dal lavoro necessario alla sua costruzione e dalla rendita data dalla specifica localizzazione. Il reciproco rapporto tra queste componenti, quello tra loro e la capacità di produrre reddito e quello con il valore di scambio sul mercato caratterizza e definisce differenti famiglie di patrimoni edilizi, con comportamenti, dinamiche e ruoli profondamente diversi tra loro. In questo contributo verranno in particolare distinti i patrimoni capaci di produrre valore da quelli che restituiscono solo un’utilità legata al loro uso, da quelli, infine, che costituiscono una statica risorsa riattivabile in orizzonti di lungo periodo. Questo ragionamento permette di costruire una tassonomia in grado di restituire un quadro complesso e sfumato, sia in termini economici sia in termini geografici, dell’Italia di Mezzo, potendo in ultimo orientare e modulare le politiche territoriali e quelle fiscali per garantire migliore efficacia e maggiore equità.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.