Esclusa la sussistenza del delitto di esibizionismo razzista, la Suprema Corte propone di qualificare l’ostentazione di una simbologia – a suo avviso – denigratoria della Shoah, avvenuta nel contesto di una manifestazione pubblica neofascista, nei termini di una propaganda di idee fondate sulla negazione, sulla minimizzazione in modo grave o sull’apologia della Shoah. Tale proposta sconta, tuttavia, alcune criticita` che attengono, principalmente, al piano della collocazione sistematica delle condotte di cui all’art. 604-bis c.p. ultimo comma (quali fattispecie autonome ovvero circostanziali), nonche´ della corretta attribuzione di un significato antisemita a simbologie volutamente atipiche e ambigue.
La ridicolizzazione di Auschwitz sullo sfondo di una manifestazione neofascista
Laura RicciPrimo
2024-01-01
Abstract
Esclusa la sussistenza del delitto di esibizionismo razzista, la Suprema Corte propone di qualificare l’ostentazione di una simbologia – a suo avviso – denigratoria della Shoah, avvenuta nel contesto di una manifestazione pubblica neofascista, nei termini di una propaganda di idee fondate sulla negazione, sulla minimizzazione in modo grave o sull’apologia della Shoah. Tale proposta sconta, tuttavia, alcune criticita` che attengono, principalmente, al piano della collocazione sistematica delle condotte di cui all’art. 604-bis c.p. ultimo comma (quali fattispecie autonome ovvero circostanziali), nonche´ della corretta attribuzione di un significato antisemita a simbologie volutamente atipiche e ambigue.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


