Si può dunque leggere Hannah Arendt come una pensatrice che si fa carico di denunciare i limiti e i punti ciechi della filosofia politica a partire dalla riflessione sulla storia e sull’attualità, evidenziando ciò che non era stato pensato abbastanza, o ciò che non era stato pensato affatto: per lei si trattava, per così dire, di ridefinire ed espandere i contorni del pensato e del pensabile per poter parlare in modo non banale di eventi che si collocavano al di là del comprensibile (non con la presunzione di comprendere totalmente, ma almeno con l’aspirazione di non fraintendere e di non accontentarsi di svianti semplificazioni o generalizzazioni).

Hannah Arendt. Vita della mente e vita della polis

MORI LUCA
2024-01-01

Abstract

Si può dunque leggere Hannah Arendt come una pensatrice che si fa carico di denunciare i limiti e i punti ciechi della filosofia politica a partire dalla riflessione sulla storia e sull’attualità, evidenziando ciò che non era stato pensato abbastanza, o ciò che non era stato pensato affatto: per lei si trattava, per così dire, di ridefinire ed espandere i contorni del pensato e del pensabile per poter parlare in modo non banale di eventi che si collocavano al di là del comprensibile (non con la presunzione di comprendere totalmente, ma almeno con l’aspirazione di non fraintendere e di non accontentarsi di svianti semplificazioni o generalizzazioni).
2024
Mori, Luca
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11568/1291827
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