L'abbondanza di materiali lapidei di pregio disponibili in vari colori ha offerto sin dall'Antichità la possibilità di attuare decorazioni policrome utilizzando pietre e marmi toscani. Nel Medioevo questo diviene, a partire precocemente dalla prima età romanica, una delle tematiche, a livello tecnico, compositivo, ma anche più latamente estetico e culturale, che l'arte toscana rende propria, e che nello spazio di poche generazioni finisce per diventare non solo un tratto costitutivo della produzione artistica in questa regione, ma anche una vera e propria prassi progettuale, procedimento che qui si analizza nel suo sviluppo. La decorazione policroma, infatti, mostra di nascere in uno con la struttura di un edificio, e ciò viene a far parte, in età gotica, dei processi di cantiere registrati dai contratti e dalle fonti grafiche, alla base della costruzione dei più grandi edifici gotici toscani, a Siena, a Firenze a altrove. Con il Trecento, questa peculiare modalità progettuale 'figurativa' dell'architettura va a contrapporsi ai più scarni e tecnicistici metodi messi a punto Oltralpe, dove, al contrario di quanto avveniva in Italia centrale, architetti e scultori o altri artisti figurativi avevano ormai carriere separate e specifiche. Finanche i residui documenti progettuali lì conservati mostrano una chiara opposizione ai sistemi operati in Italia. Di tale fenomeno lo studio evidenzia le origini e indica le conseguenze a livello tipologico ed estetico fino a tutto il Trecento, andando a chiarire la peculiarità stilistica e tecnica del Gotico italiano attraverso la riscoperta della sua originale progettualità.

Progettare a colori: la policromia “costitutiva” nell’architettura gotica in Toscana

ASCANI, VALERIO
2009-01-01

Abstract

L'abbondanza di materiali lapidei di pregio disponibili in vari colori ha offerto sin dall'Antichità la possibilità di attuare decorazioni policrome utilizzando pietre e marmi toscani. Nel Medioevo questo diviene, a partire precocemente dalla prima età romanica, una delle tematiche, a livello tecnico, compositivo, ma anche più latamente estetico e culturale, che l'arte toscana rende propria, e che nello spazio di poche generazioni finisce per diventare non solo un tratto costitutivo della produzione artistica in questa regione, ma anche una vera e propria prassi progettuale, procedimento che qui si analizza nel suo sviluppo. La decorazione policroma, infatti, mostra di nascere in uno con la struttura di un edificio, e ciò viene a far parte, in età gotica, dei processi di cantiere registrati dai contratti e dalle fonti grafiche, alla base della costruzione dei più grandi edifici gotici toscani, a Siena, a Firenze a altrove. Con il Trecento, questa peculiare modalità progettuale 'figurativa' dell'architettura va a contrapporsi ai più scarni e tecnicistici metodi messi a punto Oltralpe, dove, al contrario di quanto avveniva in Italia centrale, architetti e scultori o altri artisti figurativi avevano ormai carriere separate e specifiche. Finanche i residui documenti progettuali lì conservati mostrano una chiara opposizione ai sistemi operati in Italia. Di tale fenomeno lo studio evidenzia le origini e indica le conseguenze a livello tipologico ed estetico fino a tutto il Trecento, andando a chiarire la peculiarità stilistica e tecnica del Gotico italiano attraverso la riscoperta della sua originale progettualità.
2009
Ascani, Valerio
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