Negli ultimi venticinque anni i principali mutamenti che hanno riguardato il mestiere di storico sono giunti dalla rapida crescita delle potenzialità del digitale e dall’apertura alla dimensione pubblica e partecipativa che il digitale consente. Entrambi gli aspetti, che possiamo chiamare di storia digitale e storia pubblica (in inglese digital e public history) non costituiscono di per sé novità assolute per lo storico professionista. Uno studio di questo ormai lungo rapporto evidenzierebbe fasi estremamente oscillanti, caratterizzate da sperimentazione e disincanto, crescita e rallentamento, ovviamente diversi a seconda dell’area geografica, della tradizione di studi e del peculiare ambito di indagine. In questa sede si vuole sottolineare come il primo quarto del presente millennio abbia portato, con l’affermarsi del Web 2.0 e la crescente possibilità di archiviazione di larghe quantità dati su cloud, a una forte accelerazione dei fenomeni nati nel secolo scorso. Il mutamento digitale ha portato non tanto a una crescita esponenziale delle sperimentazioni in ambito storico, quanto invece a una diffusione capillare, quasi a un’inevitabile (e non sempre gradita) onnipresenza del digitale nella pratica della storia anche se a livelli in genere basilari. Di fronte al profondo mutamento dell’infosfera e delle tecnologie utili a viverci dentro, gli storici hanno tenuto comportamenti molto diversi.
Storia pubblica e digitale. Modelli per un nuovo mestiere
Enrica Salvatori
2024-01-01
Abstract
Negli ultimi venticinque anni i principali mutamenti che hanno riguardato il mestiere di storico sono giunti dalla rapida crescita delle potenzialità del digitale e dall’apertura alla dimensione pubblica e partecipativa che il digitale consente. Entrambi gli aspetti, che possiamo chiamare di storia digitale e storia pubblica (in inglese digital e public history) non costituiscono di per sé novità assolute per lo storico professionista. Uno studio di questo ormai lungo rapporto evidenzierebbe fasi estremamente oscillanti, caratterizzate da sperimentazione e disincanto, crescita e rallentamento, ovviamente diversi a seconda dell’area geografica, della tradizione di studi e del peculiare ambito di indagine. In questa sede si vuole sottolineare come il primo quarto del presente millennio abbia portato, con l’affermarsi del Web 2.0 e la crescente possibilità di archiviazione di larghe quantità dati su cloud, a una forte accelerazione dei fenomeni nati nel secolo scorso. Il mutamento digitale ha portato non tanto a una crescita esponenziale delle sperimentazioni in ambito storico, quanto invece a una diffusione capillare, quasi a un’inevitabile (e non sempre gradita) onnipresenza del digitale nella pratica della storia anche se a livelli in genere basilari. Di fronte al profondo mutamento dell’infosfera e delle tecnologie utili a viverci dentro, gli storici hanno tenuto comportamenti molto diversi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


