Il saggio ripercorre la politica europea dell'Italia nel corso degli anni ottanta , prendendo in considerazione anche il contributo dato dall'Italia a far partire nel 1990 le Conferenze intergovernative che avrebbero negoziato il trattato di Maastricht. Sia in occasione del Consiglio europeo di Milano del 1985, che ha condotto all'Atto unico europeo, che nell'impostare il negoziato per il trattato di Maastricht l'Italia ha svolto un ruolo significativo, riuscendo a imprimere una svolta nelle dinamiche europee.La posizione dell'Italia in ambito europeo è stata poi indebolita dall'incapacità di tradurre l'impegno mostrato su alcuni importanti temi europei in comportamenti virtuosi sul piano interno, in particolare nell'attuazione delle direttive e delle politiche comunitarie.Pur essendo riuscito in alcune occasioni a inserirsi negli spazi del rapporto privilegiato franco-tedesco viene messo in luce dalla ricerca come il governo italiano si sia poi trovato sostanzialmente marginalizzato per le difficoltà di convergenza economica con le maggiori economie europee. Sono altresì questi gli anni in cui emerge la teoria dell'Europa come " vincolo esterno" per riformare il paese e adeguare il contesto economico e politico a quanto previsto dal trattato di Maastricht. Emerge anche come l'Italia abbia saputo aggiornare le motivazioni del proprio europeismo, che iniziò a poggiare su basi più solide e riaffermò la scelta europea come corrispondente agli interessi di lungo termine del paese.
L'Italia e l'Europa negli anni ottanta: tra ambizione e marginalità
NERI, MARINELLA
2009-01-01
Abstract
Il saggio ripercorre la politica europea dell'Italia nel corso degli anni ottanta , prendendo in considerazione anche il contributo dato dall'Italia a far partire nel 1990 le Conferenze intergovernative che avrebbero negoziato il trattato di Maastricht. Sia in occasione del Consiglio europeo di Milano del 1985, che ha condotto all'Atto unico europeo, che nell'impostare il negoziato per il trattato di Maastricht l'Italia ha svolto un ruolo significativo, riuscendo a imprimere una svolta nelle dinamiche europee.La posizione dell'Italia in ambito europeo è stata poi indebolita dall'incapacità di tradurre l'impegno mostrato su alcuni importanti temi europei in comportamenti virtuosi sul piano interno, in particolare nell'attuazione delle direttive e delle politiche comunitarie.Pur essendo riuscito in alcune occasioni a inserirsi negli spazi del rapporto privilegiato franco-tedesco viene messo in luce dalla ricerca come il governo italiano si sia poi trovato sostanzialmente marginalizzato per le difficoltà di convergenza economica con le maggiori economie europee. Sono altresì questi gli anni in cui emerge la teoria dell'Europa come " vincolo esterno" per riformare il paese e adeguare il contesto economico e politico a quanto previsto dal trattato di Maastricht. Emerge anche come l'Italia abbia saputo aggiornare le motivazioni del proprio europeismo, che iniziò a poggiare su basi più solide e riaffermò la scelta europea come corrispondente agli interessi di lungo termine del paese.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.