Il saggio è dedicato all'esame della causalità, della quale viene considerata in chiave critica sia la distinzione tra causalità materiale e causalità giuridica, sia il senso effettivo del richiamo all'applicazione delle diverse teorie sulla causalità, sia la dipendenza della causalità civile dalla causalità penale. La progressiva tendenza alle "incertezze" causali, con l'impiego di criteri di tipo probabilistico, viene posta a confronto con la perdita di chance. Indagata specificamente è anche l'asserita irrilevanza delle concause naturali, confermata nella prassi da usi particolarmente convinti del principio relativamente alle preesistenti condizioni personali o di salute del danneggiato. L'analisi dell'art. 1227 c.c. evidenzia, nella sua concreta applicazione, settori significativi di sostanziale disapplicazione della norma (per tutti, gli infortuni sul lavoro), nell'intento di agevolare il danneggiato che concorre alla causazione del pregiudizio. Il lavoro si completa con l'esame delle altre regole di c.d. delimitazione del danno risarcibile, ossia l'evitabilità e la prevedibilità. Della prima si offre una spiegazione in chiave causalistica, che si assume non esclusa dalla individuazione della ratio dell’onere di evitabilità nel principio di correttezza. Dell'ultima regola viene in particolare posta in luce l'appartenenza anche al contesto aquiliano ed anzi la sua conciliabilità con le condizioni di risarcibilità del "nuovo" danno non patrimoniale.
Le regole di (de)limitazione del danno risarcibile
POLETTI, DIANORA
2009-01-01
Abstract
Il saggio è dedicato all'esame della causalità, della quale viene considerata in chiave critica sia la distinzione tra causalità materiale e causalità giuridica, sia il senso effettivo del richiamo all'applicazione delle diverse teorie sulla causalità, sia la dipendenza della causalità civile dalla causalità penale. La progressiva tendenza alle "incertezze" causali, con l'impiego di criteri di tipo probabilistico, viene posta a confronto con la perdita di chance. Indagata specificamente è anche l'asserita irrilevanza delle concause naturali, confermata nella prassi da usi particolarmente convinti del principio relativamente alle preesistenti condizioni personali o di salute del danneggiato. L'analisi dell'art. 1227 c.c. evidenzia, nella sua concreta applicazione, settori significativi di sostanziale disapplicazione della norma (per tutti, gli infortuni sul lavoro), nell'intento di agevolare il danneggiato che concorre alla causazione del pregiudizio. Il lavoro si completa con l'esame delle altre regole di c.d. delimitazione del danno risarcibile, ossia l'evitabilità e la prevedibilità. Della prima si offre una spiegazione in chiave causalistica, che si assume non esclusa dalla individuazione della ratio dell’onere di evitabilità nel principio di correttezza. Dell'ultima regola viene in particolare posta in luce l'appartenenza anche al contesto aquiliano ed anzi la sua conciliabilità con le condizioni di risarcibilità del "nuovo" danno non patrimoniale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.