Il presente contributo intende proporre un commento di Kentukis della scrittrice argentina Samanta Schweblin (2018) volto a mostrare come il romanzo incarni una tendenza della narrativa recente a trattare temi e motivi di attualità scientifica, più o meno inerenti al trans e postumanesimo, ma concentrandosi sul presente e sull’uomo, raccontando, cioè, il processo di sostituzione del possibile col reale che interessa la nostra epoca. Gli elementi testuali attraverso i quali Schweblin narra la riscossa di tecnologia e capitalismo globale, messi a fuoco recuperando alcuni degli spunti ermeneutici offerti da studiosi del calibro di Caronia, Harawey, Braidotti, producono un’enfasi su un sistema di relazioni familiari, e più generalmente interpersonali, interrotte, disfunzionali, alienanti, per lo più dominate da logiche di subalternità. La natura per lo più guasta della rappresentazione della famiglia offerta da Schweblin sarà, dunque, al centro del discorso critico, in rapporto a una più generale riflessione sulla centralità conferita dall’autrice alla perdita di controllo dell’individuo sulle proprie scelte e allo svuotarsi delle sue azioni e dei suoi progetti di personalità e forza contestatrice, in una società regolata da sovraesposizione mediatica e logiche mercantilistiche che coinvolgono anche la sfera affettiva
Amare abitando un corpo meccanico: "Kentukis" di Samanta Schweblin
Alessandra Ghezzani
2025-01-01
Abstract
Il presente contributo intende proporre un commento di Kentukis della scrittrice argentina Samanta Schweblin (2018) volto a mostrare come il romanzo incarni una tendenza della narrativa recente a trattare temi e motivi di attualità scientifica, più o meno inerenti al trans e postumanesimo, ma concentrandosi sul presente e sull’uomo, raccontando, cioè, il processo di sostituzione del possibile col reale che interessa la nostra epoca. Gli elementi testuali attraverso i quali Schweblin narra la riscossa di tecnologia e capitalismo globale, messi a fuoco recuperando alcuni degli spunti ermeneutici offerti da studiosi del calibro di Caronia, Harawey, Braidotti, producono un’enfasi su un sistema di relazioni familiari, e più generalmente interpersonali, interrotte, disfunzionali, alienanti, per lo più dominate da logiche di subalternità. La natura per lo più guasta della rappresentazione della famiglia offerta da Schweblin sarà, dunque, al centro del discorso critico, in rapporto a una più generale riflessione sulla centralità conferita dall’autrice alla perdita di controllo dell’individuo sulle proprie scelte e allo svuotarsi delle sue azioni e dei suoi progetti di personalità e forza contestatrice, in una società regolata da sovraesposizione mediatica e logiche mercantilistiche che coinvolgono anche la sfera affettivaI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


