Il contributo analizza l’evoluzione della residenzialità studentesca a Pisa, mettendo in relazione la distribuzione territoriale delle residenze universitarie con la qualità dell’abitare e il grado di integrazione tra università e città. A partire da un inquadramento storico del modello dell’università diffusa, il saggio individua le criticità e le potenzialità della rete di studentati pisani, concentrandosi su tre casi emblematici: le residenze Mariscoglio, Praticelli e San Cataldo. Attraverso l’analisi morfologica, funzionale e sociale di tali complessi, l’articolo evidenzia come la progressiva delocalizzazione degli alloggi verso le aree periferiche, pur rispondendo alla crescente domanda abitativa, abbia accentuato fenomeni di isolamento e marginalizzazione della popolazione studentesca. Le strutture più recenti mostrano un miglioramento sul piano dell’efficienza energetica e dei servizi, ma faticano ancora a configurarsi come spazi di relazione aperti alla comunità. Il testo propone una riflessione critica sulla necessità di ripensare il modello abitativo universitario in chiave più inclusiva e integrata, capace di trasformare gli studentati in infrastrutture urbane e sociali, veri e propri condensatori di vita collettiva all’interno della città contemporanea.
Abitare l’università. Architettura e criticità delle residenze studentesche a Pisa
Elisa Barsanti
2025-01-01
Abstract
Il contributo analizza l’evoluzione della residenzialità studentesca a Pisa, mettendo in relazione la distribuzione territoriale delle residenze universitarie con la qualità dell’abitare e il grado di integrazione tra università e città. A partire da un inquadramento storico del modello dell’università diffusa, il saggio individua le criticità e le potenzialità della rete di studentati pisani, concentrandosi su tre casi emblematici: le residenze Mariscoglio, Praticelli e San Cataldo. Attraverso l’analisi morfologica, funzionale e sociale di tali complessi, l’articolo evidenzia come la progressiva delocalizzazione degli alloggi verso le aree periferiche, pur rispondendo alla crescente domanda abitativa, abbia accentuato fenomeni di isolamento e marginalizzazione della popolazione studentesca. Le strutture più recenti mostrano un miglioramento sul piano dell’efficienza energetica e dei servizi, ma faticano ancora a configurarsi come spazi di relazione aperti alla comunità. Il testo propone una riflessione critica sulla necessità di ripensare il modello abitativo universitario in chiave più inclusiva e integrata, capace di trasformare gli studentati in infrastrutture urbane e sociali, veri e propri condensatori di vita collettiva all’interno della città contemporanea.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


