Uno dei principali e tuttora aperti problemi storiografici di Arnolfo di Cambio risiede nella verifica delle opere a lui da secoli attribuite a Firenze, città in cui dovette a lungo risiedere, ma in cui si conservano pochi documenti a lui direttamente riferentisi. Con un approccio 'a posteriori', esaminando cosa di sicuramente arnolfiano a livello tipologico, compositivo e stilistico resta indicabile nelle principali architetture tardoduecentesche e prototrecentesche fiorentine a lui tradizionalmente legate, con una parimenti inedita verifica con le opere da lui certamente viste e studiate nel periodo della sua formazione, il saggio arriva a formulare alcune ipotesi circa la possibilità di riconoscere un disegno arnolfiano alla base di punti nodali del suo quadro attributivo quali la basilica di Santa Croce o Palazzo Vecchio. Parimenti, per la fase evolutiva dello stile del maestro colligiano, viene riconosciuta fondamentale una permanenza dell'artista in gioventù a Pisa e ancor prima nel natio territorio della diocesi di Volterra, città che conta alcune opere che mostrano di essere rimaste ben impresse nella mente dell'artista anche in fasi mature della propria opera. Un filo rosso permette quindi di unire soluzioni compositive e decorative studiate in gioventù con opere successive finora attribuite, ma che dichiarano pertanto di possedere un pregnante motivo in più per essere definitivamente riconosciute a questo celebre artista toscano.

La traccia di Arnolfo nella cultura artistica trecentesca e le sue origini

ASCANI, VALERIO
2009-01-01

Abstract

Uno dei principali e tuttora aperti problemi storiografici di Arnolfo di Cambio risiede nella verifica delle opere a lui da secoli attribuite a Firenze, città in cui dovette a lungo risiedere, ma in cui si conservano pochi documenti a lui direttamente riferentisi. Con un approccio 'a posteriori', esaminando cosa di sicuramente arnolfiano a livello tipologico, compositivo e stilistico resta indicabile nelle principali architetture tardoduecentesche e prototrecentesche fiorentine a lui tradizionalmente legate, con una parimenti inedita verifica con le opere da lui certamente viste e studiate nel periodo della sua formazione, il saggio arriva a formulare alcune ipotesi circa la possibilità di riconoscere un disegno arnolfiano alla base di punti nodali del suo quadro attributivo quali la basilica di Santa Croce o Palazzo Vecchio. Parimenti, per la fase evolutiva dello stile del maestro colligiano, viene riconosciuta fondamentale una permanenza dell'artista in gioventù a Pisa e ancor prima nel natio territorio della diocesi di Volterra, città che conta alcune opere che mostrano di essere rimaste ben impresse nella mente dell'artista anche in fasi mature della propria opera. Un filo rosso permette quindi di unire soluzioni compositive e decorative studiate in gioventù con opere successive finora attribuite, ma che dichiarano pertanto di possedere un pregnante motivo in più per essere definitivamente riconosciute a questo celebre artista toscano.
2009
Ascani, Valerio
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