Nell’articolo si prende in esame la politica degli impieghi seguita dalla Cassa di Risparmio di Firenze, fondata nel 1829, e del circuito delle Casse affiliate nate negli anni successivi. Dall’analisi dei bilanci delle Casse è emerso come il principale impiego di queste istituzioni fosse costituito dai prestiti alle Amministrazioni pubbliche e dallo sconto delle cambiali dei creditori delle amministrazioni comunitative per lavori di pubblica utilità. La Cassa fiorentina, quindi, si segnala come caso assolutamente peculiare rispetto alle altre Casse di Risparmio della Penisola, le quali avevano impiegato i capitali amministrati nella sottoscrizione di titoli del debito pubblico, nel sostegno delle attività agricole e in prestiti ai privati. La capillare distribuzione sul territorio toscano degli impieghi consentì alle Amministrazioni comunitative di mantenere la pressione fiscale a livelli bassi, obiettivo necessario per conservare una politica di tipo liberista, e permise allo stesso tempo la realizzazione di numerose opere infrastrutturali (soprattutto strade, ponti e bonifiche) che agevolarono gli scambi commerciali, contenendo l’aumento dei prezzi delle derrate agricole.
La Cassa di Risparmio di Firenze e il finanziamento delle opere di pubblica utilità dal 1829 al 1860
CINI, MARCO
2010-01-01
Abstract
Nell’articolo si prende in esame la politica degli impieghi seguita dalla Cassa di Risparmio di Firenze, fondata nel 1829, e del circuito delle Casse affiliate nate negli anni successivi. Dall’analisi dei bilanci delle Casse è emerso come il principale impiego di queste istituzioni fosse costituito dai prestiti alle Amministrazioni pubbliche e dallo sconto delle cambiali dei creditori delle amministrazioni comunitative per lavori di pubblica utilità. La Cassa fiorentina, quindi, si segnala come caso assolutamente peculiare rispetto alle altre Casse di Risparmio della Penisola, le quali avevano impiegato i capitali amministrati nella sottoscrizione di titoli del debito pubblico, nel sostegno delle attività agricole e in prestiti ai privati. La capillare distribuzione sul territorio toscano degli impieghi consentì alle Amministrazioni comunitative di mantenere la pressione fiscale a livelli bassi, obiettivo necessario per conservare una politica di tipo liberista, e permise allo stesso tempo la realizzazione di numerose opere infrastrutturali (soprattutto strade, ponti e bonifiche) che agevolarono gli scambi commerciali, contenendo l’aumento dei prezzi delle derrate agricole.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.