La città di Pisa nell'immediato dopoguerra è una città prostrata. I bombardamenti e il passaggio del fronte si sono lasciati alle spalle macerie fisiche e morali. La società è disarticolata e ripiegata su se stessa. In questo contesto degradato, che rende ancor più difficile la rinascita civile, l'amministrazione comunale, guidata dal sindaco comunista Italo Bargagna, immagina che la riesumazione del gioco del ponte, una festa civica tradizionale, riscoperta di recente dal passato regime fascista, possa contribuire a ristabilire la coesione sociale necessaria ad affrontare la sfida della ricostruzione. Vincendo l'iniziale scetticismo di larghi settori della cittadinanza, nell'estate del 1947 si svolgerà la prima edizione del gioco dell'era repubblicana e democratica. Fu un gioco del ponte "senza ponte", svoltosi allo stadio cittadino, dato che il ponte di mezzo, usuale scenario del gioco, non era ancora stato ricostruito. Tre anni più tardi, col ponte di nuovo in piedi, alla tradizione furono assicurate le basi istituzionali e sociali che le garantiranno il futuro. Il saggio ricostruisce tutte queste vicende, soffermandosi sui contrasti che allora si manifestarono tra innovatori e tradizionalisti, ed interrogandosi sul grado di adesione ideologica dei vari settori sociali e delle diverse tradizioni politico-culturali verso una festa il cui impianto e la cui ideologia portava ancora i segni del regime fascista.
Tra targoni e carrelli. La rinascita del Gioco del Ponte nella Pisa della ricostruzione (1947-1950)
ADDOBBATI, ANDREA
2010-01-01
Abstract
La città di Pisa nell'immediato dopoguerra è una città prostrata. I bombardamenti e il passaggio del fronte si sono lasciati alle spalle macerie fisiche e morali. La società è disarticolata e ripiegata su se stessa. In questo contesto degradato, che rende ancor più difficile la rinascita civile, l'amministrazione comunale, guidata dal sindaco comunista Italo Bargagna, immagina che la riesumazione del gioco del ponte, una festa civica tradizionale, riscoperta di recente dal passato regime fascista, possa contribuire a ristabilire la coesione sociale necessaria ad affrontare la sfida della ricostruzione. Vincendo l'iniziale scetticismo di larghi settori della cittadinanza, nell'estate del 1947 si svolgerà la prima edizione del gioco dell'era repubblicana e democratica. Fu un gioco del ponte "senza ponte", svoltosi allo stadio cittadino, dato che il ponte di mezzo, usuale scenario del gioco, non era ancora stato ricostruito. Tre anni più tardi, col ponte di nuovo in piedi, alla tradizione furono assicurate le basi istituzionali e sociali che le garantiranno il futuro. Il saggio ricostruisce tutte queste vicende, soffermandosi sui contrasti che allora si manifestarono tra innovatori e tradizionalisti, ed interrogandosi sul grado di adesione ideologica dei vari settori sociali e delle diverse tradizioni politico-culturali verso una festa il cui impianto e la cui ideologia portava ancora i segni del regime fascista.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.