La globalizzazione ripropone in forma nuova ed estrema un tema caro a Pietro Rescigno: come conciliare il riconoscimento delle prerogative di gruppi e comunità con i diritti degli individui (esterni e interni al gruppo). Qui chiaramente è in gioco qualcosa di più di un’analogia tra diritti dell’uomo e diritti fondamentali: una oggettiva co-incidenza – in senso etimologico e letterale - di temi e problemi: è il diritto internazionale in grado di produrre incentivi nuovi, di cui le Costituzioni nazionali non sono capaci, per rispondere alla domanda di nuovi diritti? Nalla prima parte del saggio un’ipotesi di risposta a questa domanda è formulata attraverso un’analisi critica della giurisprudenza delle Corti nazionali e internazionali sui diritti delle minoranze. Le istanze molteplici in cui si esprime la domanda globale di giustizia valorizzano la qualità di «testo disposto ad apprendere» della Costituzione e la sua capacità di proporsi come via media tra universalismo astratto e particolarismo nazionale. La seconda parte del saggio muove dalla ripresa del tema maritainiano del personalismo come bisogno. Nelle Costituzioni e nelle grandi Dichiarazioni del dopoguerra, la chiara divisione del lavoro tra individuo e persona segna il confine flessibile tra un nucleo minimo e duro di tutela della sfera vitale immediata e una dimensione aperta alle relazioni di interdipendenza nella sfera sociale. Il personalisno, tuttavia, deve fare i conti con la distanza crescente tra diritto quo utimur e la filosofia dei diritti umani, che lascia in campo l’effettività e la forza come solo giudice di ultima istanza. La risposta alla mancanza di un fondamento condiviso esterno al diritto non significa d’altro canto che una visione comune non possa essere trovata, riflessivamente, nel diritto. Nell’ultima parte del saggio, l’innesto sulla concezione relazionale dei diritti della persona dell’analisi delle capacità messa a punto da Amartya Sen consente di formulare un principio di risposta al problema dell’enforcement dopo che la crisi economica ha scosso la fiducia nelle virtù dell’autoregolamentazione.

Declinazioni della persona: un itinerario dal diritto privato al diritto internazionale (passando per il diritto costituzionale)

CALDERAI, VALENTINA;
2010-01-01

Abstract

La globalizzazione ripropone in forma nuova ed estrema un tema caro a Pietro Rescigno: come conciliare il riconoscimento delle prerogative di gruppi e comunità con i diritti degli individui (esterni e interni al gruppo). Qui chiaramente è in gioco qualcosa di più di un’analogia tra diritti dell’uomo e diritti fondamentali: una oggettiva co-incidenza – in senso etimologico e letterale - di temi e problemi: è il diritto internazionale in grado di produrre incentivi nuovi, di cui le Costituzioni nazionali non sono capaci, per rispondere alla domanda di nuovi diritti? Nalla prima parte del saggio un’ipotesi di risposta a questa domanda è formulata attraverso un’analisi critica della giurisprudenza delle Corti nazionali e internazionali sui diritti delle minoranze. Le istanze molteplici in cui si esprime la domanda globale di giustizia valorizzano la qualità di «testo disposto ad apprendere» della Costituzione e la sua capacità di proporsi come via media tra universalismo astratto e particolarismo nazionale. La seconda parte del saggio muove dalla ripresa del tema maritainiano del personalismo come bisogno. Nelle Costituzioni e nelle grandi Dichiarazioni del dopoguerra, la chiara divisione del lavoro tra individuo e persona segna il confine flessibile tra un nucleo minimo e duro di tutela della sfera vitale immediata e una dimensione aperta alle relazioni di interdipendenza nella sfera sociale. Il personalisno, tuttavia, deve fare i conti con la distanza crescente tra diritto quo utimur e la filosofia dei diritti umani, che lascia in campo l’effettività e la forza come solo giudice di ultima istanza. La risposta alla mancanza di un fondamento condiviso esterno al diritto non significa d’altro canto che una visione comune non possa essere trovata, riflessivamente, nel diritto. Nell’ultima parte del saggio, l’innesto sulla concezione relazionale dei diritti della persona dell’analisi delle capacità messa a punto da Amartya Sen consente di formulare un principio di risposta al problema dell’enforcement dopo che la crisi economica ha scosso la fiducia nelle virtù dell’autoregolamentazione.
2010
Calderai, Valentina; BUSNELLI FRANCESCO, D.
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