Lo studio ha avuto quale obiettivo la caratterizzazione idrogeologica e idrogeochimica del sistema acquifero dell’Isola di Pianosa, utilizzando metodologie idrogeologiche classiche e metodologie idrochimiche- isotopiche. La superficie piezometrica evidenzia una direzione media di flusso da W-NW verso E-SE. Tale aspetto è regolato dall’immersione del contatto in discordanza tra le calcareniti plioceniche permeabili superficiali ed il substrato miocenico prevalentemente marnoso-argilloso. Quest’ultimo, nell’insieme impermeabile, contiene tuttavia orizzonti conglomeratico-arenacei con grado di permeabilità medio-alto. Le zone di contatto tra le calcareniti superficiali ed i conglomerati profondi permettono scambi idrici tra l’acquifero freatico presente nelle calcareniti e gli orizzonti permeabili sottostanti. Tali condizioni idrogeologico-strutturali influenzano le relazioni tra carichi piezometrici dell’acquifero freatico e degli acquiferi profondi, evidenziate dalla disomogenea risposta agli emungimenti. I dati idrogeochimici concordano con un’alimentazione degli strati acquiferi profondi da parte dell’orizzonte calcarenitico superficiale. I dati isotopici indicano che il sistema è alimentato da precipitazioni locali. I calcoli eseguiti sul bilancio idrologico, confrontati con le analisi dei contenuti isotopici, indicano che la ricarica avviene durante i mesi tardo invernali-primaverili. Le datazioni mostrano tempi di permanenza inferiori per le acque dell’acquifero freatico rispetto a quelle confinate nelle lenti profonde. La maggior parte delle acque mostra una facies cloruro-alcalina/bicarbonato calcica, determinata dalla combinazione tra il fenomeno dello “spray marino” ed una circolazione in un serbatoio prevalentemente carbonatico. Nella zona orientale sono tuttavia presenti acque nettamente cloruro-alcaline che evidenziano, in questo settore, l’esistenza di intrusione marina all’interno del livello acquifero superficiale. Confrontando i dati recenti con quelli pregressi si riscontra che, attualmente, l’interfaccia acqua dolce/acqua salata è regredita rispetto al passato, quando si avevano maggiori emungimenti, legati essenzialmente alle attività penitenziarie. La relativa scarsità delle piogge degli ultimi anni e la conseguente ricarica limitata sembrano tuttavia rallentare tale processo.
Risultati preliminari dello studio della circolazione idrica sotterranea nell'Isola di Pianosa (Arcipelago Toscano, prov. Livorno)
DOVERI M;GIANNECCHINI, ROBERTO;PUCCINELLI, ALBERTO
2010-01-01
Abstract
Lo studio ha avuto quale obiettivo la caratterizzazione idrogeologica e idrogeochimica del sistema acquifero dell’Isola di Pianosa, utilizzando metodologie idrogeologiche classiche e metodologie idrochimiche- isotopiche. La superficie piezometrica evidenzia una direzione media di flusso da W-NW verso E-SE. Tale aspetto è regolato dall’immersione del contatto in discordanza tra le calcareniti plioceniche permeabili superficiali ed il substrato miocenico prevalentemente marnoso-argilloso. Quest’ultimo, nell’insieme impermeabile, contiene tuttavia orizzonti conglomeratico-arenacei con grado di permeabilità medio-alto. Le zone di contatto tra le calcareniti superficiali ed i conglomerati profondi permettono scambi idrici tra l’acquifero freatico presente nelle calcareniti e gli orizzonti permeabili sottostanti. Tali condizioni idrogeologico-strutturali influenzano le relazioni tra carichi piezometrici dell’acquifero freatico e degli acquiferi profondi, evidenziate dalla disomogenea risposta agli emungimenti. I dati idrogeochimici concordano con un’alimentazione degli strati acquiferi profondi da parte dell’orizzonte calcarenitico superficiale. I dati isotopici indicano che il sistema è alimentato da precipitazioni locali. I calcoli eseguiti sul bilancio idrologico, confrontati con le analisi dei contenuti isotopici, indicano che la ricarica avviene durante i mesi tardo invernali-primaverili. Le datazioni mostrano tempi di permanenza inferiori per le acque dell’acquifero freatico rispetto a quelle confinate nelle lenti profonde. La maggior parte delle acque mostra una facies cloruro-alcalina/bicarbonato calcica, determinata dalla combinazione tra il fenomeno dello “spray marino” ed una circolazione in un serbatoio prevalentemente carbonatico. Nella zona orientale sono tuttavia presenti acque nettamente cloruro-alcaline che evidenziano, in questo settore, l’esistenza di intrusione marina all’interno del livello acquifero superficiale. Confrontando i dati recenti con quelli pregressi si riscontra che, attualmente, l’interfaccia acqua dolce/acqua salata è regredita rispetto al passato, quando si avevano maggiori emungimenti, legati essenzialmente alle attività penitenziarie. La relativa scarsità delle piogge degli ultimi anni e la conseguente ricarica limitata sembrano tuttavia rallentare tale processo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.