L’attività di predazione svolta da gran parte dei Coccinellidi riveste un ruolo di grande importanza all’interno degli ecosistemi. Tuttavia, la posizione di tali predatori nelle catene trofiche li rende molto sensibili ai disturbi antropici che, soprattutto negli agroecosistemi, vengono causati dalle operazioni colturali e, in particolare, dall’utilizzo dei prodotti fitosanitari. In questo lavoro si è inteso indagare i possibili effetti di agrofarmaci diversi sulla mortalità di Scymnus apetzi Mulsant, predatore afidifago diffuso in numerosi ambienti coltivati e incolti. A tale scopo, su individui adulti di circa 10 giorni di età, sono stati eseguiti biosaggi per contatto, utilizzando cinque prodotti commerciali ad azione insetticida (aventi come p.a. Deltametrina, Imidacloprid, Thiamethoxam, Abamectina ed Esaflumuron), tre fungicidi ad azione antioidica (contenenti Zolfo, Penconazolo, Difenoconazolo), un erbicida (p.a. Glyphosate) e un acaricida (p.a. Dicofol). Inoltre, sono stati indagati gli effetti dell’Imidacloprid, molecola caratterizzata da un’elevata sistemicità, sullo sviluppo di larve neonate del Coccinellide alimentate con prede (Aphis craccivora Koch) che avevano subito un trattamento a dosi subletali. I biosaggi effettuati con i diversi agrofarmaci hanno mostrato come gli insetticidi possano causare mortalità nel Coccinellide anche a dosi di parecchie volte più basse rispetto a quelle di etichetta mentre, tra gli altri prodotti saggiati, soltanto l’erbicida Glyphosate ha mostrato elevata tossicità nei confronti dell’entomofago. La prova condotta con Imidacloprid ha mostrato come la mortalità delle larve di S. apetzi si concentri nella prima decade, proseguendo più lentamente per tutto l’arco della prova, consentendo di raggiungere lo stadio adulto solo a una ridottissima percentuale di esemplari. La sensibilità dimostrata da S. apetzi nei confronti degli agrofarmaci saggiati (specialmente quelli ad azione insetticida) ha confermato la necessità di un’attenta valutazione degli effetti di questi prodotti sulle specie non target presenti in un agroecosistema, mettendo in evidenza come anche le dosi subletali e l’assunzione indiretta dei principi attivi possano indurre mortalità significative nei confronti di entomofagi.
PROVE PRELIMINARI SULLA MORTALITÀ INDOTTA DA ALCUNI AGROFARMACI NEI CONFRONTI DI SCYMNUS APETZI (COLEOPTERA,COCCINELLIDAE)
ROSSI, ELISABETTA
2011-01-01
Abstract
L’attività di predazione svolta da gran parte dei Coccinellidi riveste un ruolo di grande importanza all’interno degli ecosistemi. Tuttavia, la posizione di tali predatori nelle catene trofiche li rende molto sensibili ai disturbi antropici che, soprattutto negli agroecosistemi, vengono causati dalle operazioni colturali e, in particolare, dall’utilizzo dei prodotti fitosanitari. In questo lavoro si è inteso indagare i possibili effetti di agrofarmaci diversi sulla mortalità di Scymnus apetzi Mulsant, predatore afidifago diffuso in numerosi ambienti coltivati e incolti. A tale scopo, su individui adulti di circa 10 giorni di età, sono stati eseguiti biosaggi per contatto, utilizzando cinque prodotti commerciali ad azione insetticida (aventi come p.a. Deltametrina, Imidacloprid, Thiamethoxam, Abamectina ed Esaflumuron), tre fungicidi ad azione antioidica (contenenti Zolfo, Penconazolo, Difenoconazolo), un erbicida (p.a. Glyphosate) e un acaricida (p.a. Dicofol). Inoltre, sono stati indagati gli effetti dell’Imidacloprid, molecola caratterizzata da un’elevata sistemicità, sullo sviluppo di larve neonate del Coccinellide alimentate con prede (Aphis craccivora Koch) che avevano subito un trattamento a dosi subletali. I biosaggi effettuati con i diversi agrofarmaci hanno mostrato come gli insetticidi possano causare mortalità nel Coccinellide anche a dosi di parecchie volte più basse rispetto a quelle di etichetta mentre, tra gli altri prodotti saggiati, soltanto l’erbicida Glyphosate ha mostrato elevata tossicità nei confronti dell’entomofago. La prova condotta con Imidacloprid ha mostrato come la mortalità delle larve di S. apetzi si concentri nella prima decade, proseguendo più lentamente per tutto l’arco della prova, consentendo di raggiungere lo stadio adulto solo a una ridottissima percentuale di esemplari. La sensibilità dimostrata da S. apetzi nei confronti degli agrofarmaci saggiati (specialmente quelli ad azione insetticida) ha confermato la necessità di un’attenta valutazione degli effetti di questi prodotti sulle specie non target presenti in un agroecosistema, mettendo in evidenza come anche le dosi subletali e l’assunzione indiretta dei principi attivi possano indurre mortalità significative nei confronti di entomofagi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.