La vite selvatica cresce spesso lungo i corsi d’acqua aggrappandosi ad alberi che, periodicamente, vengono tagliati, o peggio lungo fossi costantemente ripuliti, mettendo in serio pericolo la sua secolare sopravvivenza. Il nostro Dipartimento, consapevole dell'importanza scientifica che questa pianta riveste, ha intrapreso una ricerca per la salvaguardia e lo studio ampelografico, molecolare e filogenetico delle viti selvatiche presenti in Maremma toscana. Si è proceduto all'individuazione e alla catalogazione di viti selvatiche rinvenute in diversi habitat delle province di Siena e Grosseto (A, B) individuando oltre 150 accessioni di cui una settantina poste in collezione utilizzando uno specifico sistema di allevamento (Totem (C)) presso l'azienda ColleMassari s.p.a. sulle quali vengono condotte osservazioni ampelografiche qualitative e molecolari (microsatelliti nucleari e cloroplastici). Da questa indagine sono emersi genotipi molto simili provenienti dalla medesima popolazione, ma anche genotipi piuttosto diversi indipendentemente dalla zona di provenienza. È inoltre stata rilevata la presenza di accessioni riconducibili a sative inselvatichite oppure ibridi naturali tra V.v. subsp. sativa e V.v. subsp. sylvestris. Dall’analisi dei microsatelliti cloroplastici è emerso che le accessioni analizzate si identificano esclusivamente nei clorotipi A e D: il primo molto frequente nei presunti centri di origine secondaria dell’Europa Occidentale,il secondo predomina nei centri di origine dell’Europa Orientale. Il materiale reperito presenta ampia variabilità morfologica e genetica, oltre a profili antocianici delle uve a bacca nera assai peculiari. L’analisi dei microsatelliti nucleari ha mostrato che alcune presunte accessioni di Vitis vinifera subsp. sylvestris recuperate in Toscana sembrano derivare da vitigni già coltivati e inselvatichiti, mentre altre sarebbero incroci intraspecifici sativasylvestris. Il reperimento di V.v. sylvestris continua con l’ampliamento del numero dei siti, mentre proseguono gli studi ampelografici e sul profilo antocianico delle uve a bacca nera nonché l’ulteriore genotipizzazione mediante

La Vitis Sylvestris

SCALABRELLI, GIANCARLO;D'ONOFRIO, CLAUDIO;BORNICE, MARCELLO
2012-01-01

Abstract

La vite selvatica cresce spesso lungo i corsi d’acqua aggrappandosi ad alberi che, periodicamente, vengono tagliati, o peggio lungo fossi costantemente ripuliti, mettendo in serio pericolo la sua secolare sopravvivenza. Il nostro Dipartimento, consapevole dell'importanza scientifica che questa pianta riveste, ha intrapreso una ricerca per la salvaguardia e lo studio ampelografico, molecolare e filogenetico delle viti selvatiche presenti in Maremma toscana. Si è proceduto all'individuazione e alla catalogazione di viti selvatiche rinvenute in diversi habitat delle province di Siena e Grosseto (A, B) individuando oltre 150 accessioni di cui una settantina poste in collezione utilizzando uno specifico sistema di allevamento (Totem (C)) presso l'azienda ColleMassari s.p.a. sulle quali vengono condotte osservazioni ampelografiche qualitative e molecolari (microsatelliti nucleari e cloroplastici). Da questa indagine sono emersi genotipi molto simili provenienti dalla medesima popolazione, ma anche genotipi piuttosto diversi indipendentemente dalla zona di provenienza. È inoltre stata rilevata la presenza di accessioni riconducibili a sative inselvatichite oppure ibridi naturali tra V.v. subsp. sativa e V.v. subsp. sylvestris. Dall’analisi dei microsatelliti cloroplastici è emerso che le accessioni analizzate si identificano esclusivamente nei clorotipi A e D: il primo molto frequente nei presunti centri di origine secondaria dell’Europa Occidentale,il secondo predomina nei centri di origine dell’Europa Orientale. Il materiale reperito presenta ampia variabilità morfologica e genetica, oltre a profili antocianici delle uve a bacca nera assai peculiari. L’analisi dei microsatelliti nucleari ha mostrato che alcune presunte accessioni di Vitis vinifera subsp. sylvestris recuperate in Toscana sembrano derivare da vitigni già coltivati e inselvatichiti, mentre altre sarebbero incroci intraspecifici sativasylvestris. Il reperimento di V.v. sylvestris continua con l’ampliamento del numero dei siti, mentre proseguono gli studi ampelografici e sul profilo antocianico delle uve a bacca nera nonché l’ulteriore genotipizzazione mediante
2012
Scalabrelli, Giancarlo; D'Onofrio, Claudio; Bornice, Marcello
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