Combattere l'esclusione sociale e promuovere la partecipazione non sono due tipi di azione necessariamente differenti. Ed è possibile che, in molti casi, distinguere l’uno dall’altro dipenda dalle caratteristiche del contesto, dai modi dell’osservazione, dalle categorie istituzionali o scientifiche adottate e dai significati di volta in volta attribuiti, più che dalle caratteristiche intrinseche all’azione realizzata. La prossimità se non la complementarietà dei concetti di esclusione e partecipazione è in parte rivelata e costruita dal punto di vista sociologico e, d’altro canto, è assunta dalla politica istituzionale che ne ha da tempo fatto oggetto di crescente attenzione, in termini più o meno espliciti, nel dibattito e nei quadri di riferimento normativi. Una più attenta considerazione di questo legame potrebbe non essere del tutto inutile al dibattito teorico e per nulla estrinseco ad una riflessione sulla ricerca e l'intervento nell'ambito del servizio sociale. Per varie ragioni, rappresentate da altrettanti problemi aperti: l'uso retorico del concetto di partecipazione, le sue imprescindibili ambiguità, le difficoltà che gli attori dei sistemi di welfare incontrano nel tradurre sul campo tali nessi. Tali difficoltà sono parte in causa dell'impasse delle riforma del sistema dei servizi e degli effetti di delusione avvertibili nelle sedi istituzionali e nei territori, dove gli attori, costretti tra l’ampiezza delle aspettative e la ristrettezza delle possibilità, facilmente rinunciano a prendere sul serio le prime e ad adattarsi implicitamente alle seconde. Il saggio vuole perciò essere un contributo ad affrontare almeno parte di questi problemi, proponendo alcuni schemi di osservazione ed azione per la ricerca e l’intervento sociale.
Contrasto all'esclusione e promozione della partecipazione: opportunità, paradossi e implicazioni per la ricerca e l'intervento sociale
VILLA, MATTEO
2013-01-01
Abstract
Combattere l'esclusione sociale e promuovere la partecipazione non sono due tipi di azione necessariamente differenti. Ed è possibile che, in molti casi, distinguere l’uno dall’altro dipenda dalle caratteristiche del contesto, dai modi dell’osservazione, dalle categorie istituzionali o scientifiche adottate e dai significati di volta in volta attribuiti, più che dalle caratteristiche intrinseche all’azione realizzata. La prossimità se non la complementarietà dei concetti di esclusione e partecipazione è in parte rivelata e costruita dal punto di vista sociologico e, d’altro canto, è assunta dalla politica istituzionale che ne ha da tempo fatto oggetto di crescente attenzione, in termini più o meno espliciti, nel dibattito e nei quadri di riferimento normativi. Una più attenta considerazione di questo legame potrebbe non essere del tutto inutile al dibattito teorico e per nulla estrinseco ad una riflessione sulla ricerca e l'intervento nell'ambito del servizio sociale. Per varie ragioni, rappresentate da altrettanti problemi aperti: l'uso retorico del concetto di partecipazione, le sue imprescindibili ambiguità, le difficoltà che gli attori dei sistemi di welfare incontrano nel tradurre sul campo tali nessi. Tali difficoltà sono parte in causa dell'impasse delle riforma del sistema dei servizi e degli effetti di delusione avvertibili nelle sedi istituzionali e nei territori, dove gli attori, costretti tra l’ampiezza delle aspettative e la ristrettezza delle possibilità, facilmente rinunciano a prendere sul serio le prime e ad adattarsi implicitamente alle seconde. Il saggio vuole perciò essere un contributo ad affrontare almeno parte di questi problemi, proponendo alcuni schemi di osservazione ed azione per la ricerca e l’intervento sociale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.