Nel corso degli ultimi anni diversi progetti di ricerca e cartografici (alle scale l :50.000 e l :250.000) hanno interessato la pianura costiera emiliano-romagnola e l'antistante fondale del Mare Adriatico. I dati raccolti (fotointerpretazione, sondaggi a carotaggio continuo e penetrometrie nelle aree a terra, sismica ad altissima risoluzione e carotaggi nelle aree marine) e gli studi effettuati (ecobiostratigrafici, paleoclimatici, datazioni 14C) consentono la ricostruzione dell'assetto stratigrafico-fisico tridimensionale dei depositi relativi all'ultima fluttuazione glacio-eustatica. Tutti questi dati sono stati utilizzati per realizzare una serie di sezioni geologiche regionali, costruite utilizzando un approccio di tipo stratigrafico-fisico che, rendendo possibile l'integrazione di dati terr~stri e marini, ha permesso di superare i problemi derivanti dalle diverse metodologie di indagine. Queste sezioni formano un ampio grigliato che consente di comprendere l'evoluzione spazio-temporatle e morfo-sedimentaria dei sistemi deposizionali (conoide alluvionale, piana alluvionale, piana costiera-deltizia, marino marginale e piattaforma) dell'area di studio come risposta alle importanti modificazioni eustatiche e · chmatiche naturali, verificatesi durante la fluttuazione glacio-eustatica tardo-quatemaria, in particolar modo nelle fasi di rapida risalita del livello del mare e successiva stabilizzazione, durante gli ultimi 20.000 anni. La comprensione dei processi fisici che controllano l'evoluzione dei sistemi deposizionali tardo-quatemari e l'esatta definizione della loro architettura stratigrafico-deposizionale sono di fondamentale importanza per la corretta gestione del territorio, in aree complesse come le piane costiere e la piattaforma marina, dove insistono attivita' economiche e sociali di grande rilevanza. La definizione in chiave stratigrafico-fisica dell'architettura delle unita' tardo-quatemarie risulta infatti fondamentale nellea comprensione e gestione delle problematiche relative alla subsidenza, all'erosione costiera e al ripascimento delle spiagge, alla protezione del suolo e al controllo dei fiumi, al mantenimento della rete drenante artificiale, alla ricerca di materiali come gli inerti per l'edilizia, alla microzonizzazione sismica, al reperimento e alla protezione degli acquiferi marini, che rappresentano una risorsa potenzialmente sfruttabile in un prossimo futuro, e di quelli terrestri.

I depositi tardo Quaternari della pianura costiera e del mare Adriatico nel settore Emiliano-Romagnolo: architettura stratigrafica ed evoluzione dei sistemi deposizionali

SARTI, GIOVANNI;
1999-01-01

Abstract

Nel corso degli ultimi anni diversi progetti di ricerca e cartografici (alle scale l :50.000 e l :250.000) hanno interessato la pianura costiera emiliano-romagnola e l'antistante fondale del Mare Adriatico. I dati raccolti (fotointerpretazione, sondaggi a carotaggio continuo e penetrometrie nelle aree a terra, sismica ad altissima risoluzione e carotaggi nelle aree marine) e gli studi effettuati (ecobiostratigrafici, paleoclimatici, datazioni 14C) consentono la ricostruzione dell'assetto stratigrafico-fisico tridimensionale dei depositi relativi all'ultima fluttuazione glacio-eustatica. Tutti questi dati sono stati utilizzati per realizzare una serie di sezioni geologiche regionali, costruite utilizzando un approccio di tipo stratigrafico-fisico che, rendendo possibile l'integrazione di dati terr~stri e marini, ha permesso di superare i problemi derivanti dalle diverse metodologie di indagine. Queste sezioni formano un ampio grigliato che consente di comprendere l'evoluzione spazio-temporatle e morfo-sedimentaria dei sistemi deposizionali (conoide alluvionale, piana alluvionale, piana costiera-deltizia, marino marginale e piattaforma) dell'area di studio come risposta alle importanti modificazioni eustatiche e · chmatiche naturali, verificatesi durante la fluttuazione glacio-eustatica tardo-quatemaria, in particolar modo nelle fasi di rapida risalita del livello del mare e successiva stabilizzazione, durante gli ultimi 20.000 anni. La comprensione dei processi fisici che controllano l'evoluzione dei sistemi deposizionali tardo-quatemari e l'esatta definizione della loro architettura stratigrafico-deposizionale sono di fondamentale importanza per la corretta gestione del territorio, in aree complesse come le piane costiere e la piattaforma marina, dove insistono attivita' economiche e sociali di grande rilevanza. La definizione in chiave stratigrafico-fisica dell'architettura delle unita' tardo-quatemarie risulta infatti fondamentale nellea comprensione e gestione delle problematiche relative alla subsidenza, all'erosione costiera e al ripascimento delle spiagge, alla protezione del suolo e al controllo dei fiumi, al mantenimento della rete drenante artificiale, alla ricerca di materiali come gli inerti per l'edilizia, alla microzonizzazione sismica, al reperimento e alla protezione degli acquiferi marini, che rappresentano una risorsa potenzialmente sfruttabile in un prossimo futuro, e di quelli terrestri.
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