Nell’ambito di uno studio teso a valutare, in un ambiente collinare della Toscana litoranea, la rispondenza sia delle tecniche che degli avvicendamenti colturali adottati si discutono i risultati produttivi del periodo 1994-1996 relativi ad una ricerca, ormai conclusasi, che poneva a confronto due rotazioni sessennali: la prima costituita esclusivamente da cereali a paglia (frumento duro - avena - frumento duro - frumento duro - orzo - set-aside) e la seconda caratterizzata dall’introduzione di colture foraggere ed industriali (colza - frumento duro - set-aside - frumento duro - sulla da seme - frumento duro). Entrambe le rotazioni sono state condotte adottando due livelli di intensificazione (alto e basso) costruiti operando una coerente e ragionata diversificazione di tutti i principali segmenti della tecnica colturale. Tutte le specie considerate hanno dimostrato di rispondere positivamente alla maggiore disponibilità di input colturali; l’analisi delle performances produttive ha evidenziato anche un incremento delle rese tra le colture inserite nell’avvicendamento agronomicamente più diversificato. Infine, anche il fattore “tempo” è risultato in grado di influenzare le produzioni, sia in relazione ai particolari andamenti stagionali registrati sia a causa degli effetti residui e cumulati indotti dal ripetersi dei trattamenti sulle medesime parcelle sperimentali.
La scelta del sistema colturale negli ambienti collinari dell’Italia centro-occidentale. Nota I. Aspetti produttivi
SILVESTRI, NICOLA;PAMPANA, SILVIA;GINANNI, MARCO;MAZZONCINI, MARCO
1999-01-01
Abstract
Nell’ambito di uno studio teso a valutare, in un ambiente collinare della Toscana litoranea, la rispondenza sia delle tecniche che degli avvicendamenti colturali adottati si discutono i risultati produttivi del periodo 1994-1996 relativi ad una ricerca, ormai conclusasi, che poneva a confronto due rotazioni sessennali: la prima costituita esclusivamente da cereali a paglia (frumento duro - avena - frumento duro - frumento duro - orzo - set-aside) e la seconda caratterizzata dall’introduzione di colture foraggere ed industriali (colza - frumento duro - set-aside - frumento duro - sulla da seme - frumento duro). Entrambe le rotazioni sono state condotte adottando due livelli di intensificazione (alto e basso) costruiti operando una coerente e ragionata diversificazione di tutti i principali segmenti della tecnica colturale. Tutte le specie considerate hanno dimostrato di rispondere positivamente alla maggiore disponibilità di input colturali; l’analisi delle performances produttive ha evidenziato anche un incremento delle rese tra le colture inserite nell’avvicendamento agronomicamente più diversificato. Infine, anche il fattore “tempo” è risultato in grado di influenzare le produzioni, sia in relazione ai particolari andamenti stagionali registrati sia a causa degli effetti residui e cumulati indotti dal ripetersi dei trattamenti sulle medesime parcelle sperimentali.File | Dimensione | Formato | |
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