Il “Sangiovese” ed il “Niellucciu” sono considerati vitigni geneticamente identici e costituiscono la base principale della maggior parte dei vini rossi prodotti sia in Corsica che in Toscana ed in altre regioni italiane. E’ ormai unanimemente condivisa l’opinione che questo vitigno sia una varietà-popolazione, caratterizzata da numerosi biotipi che a seguito della pressione selettiva operata dai viticoltori e dall’ambiente, sono stati conservati e propagati fino ad oggi. Con l’avvio ufficiale della selezione clonale (1970) sono stati ottenuti fino ad oggi in Italia 42 cloni di “Sangiovese” e 8 di “Niellucciu” in Corsica. Nonostante questo elevato numero di cloni omologati, l’attività di ricerca sulla selezione clonale è ancora in atto nelle due regioni al fine di individuare nuovi cloni, più rispondenti agli attuali obiettivi enologici. Uno dei problemi tecnici di notevole rilievo è costituito dalla conoscenza del comportamento vegeto-produttivo, delle caratteristiche qualitative delle uve e dell’attitudine enologica di questi cloni. Le conoscenze attualmente disponibili, infatti, non sono sufficienti a permettere ai viticoltori di compiere la scelta razionale dei cloni in quanto tali informazioni, anche se ottenute con rigore scientifico, vengono spesso acquisite in condizioni ambientali e tecniche diverse da quelle di utilizzazione. Le Istituzioni operanti in Corsica ed in Toscana, pertanto, oltre ad effettuare il lavoro di selezione clonale hanno intrapreso ulteriori ricerche al fine di rispondere agli obiettivi sopraindicati. Gli studi condotti in ambienti diversi della Toscana su una serie di cloni omologati in ambedue le regioni, su 4 cloni selezionati in Corsica Corse (902, 903, 904, 186), hanno permesso di evidenziare alcuni interessanti aspetti riguardanti la produttività, il comportamento fenologico e le loro caratteristiche qualitative ed ampelografiche. Per quanto concerne i cloni di più recente omologazione, sarà necessario proseguire le osservazioni al fine di acquisire informazioni più ampie ed esaurienti per giungere ad un giudizio definitivo sulle loro caratteristiche.

Possibilità di valorizzazione del "Niellucciu" e del "Sangiovese" mediante l'utilizzo del materiale clonale

SCALABRELLI, GIANCARLO;FERRONI, GIUSEPPE;D'ONOFRIO, CLAUDIO;
2000-01-01

Abstract

Il “Sangiovese” ed il “Niellucciu” sono considerati vitigni geneticamente identici e costituiscono la base principale della maggior parte dei vini rossi prodotti sia in Corsica che in Toscana ed in altre regioni italiane. E’ ormai unanimemente condivisa l’opinione che questo vitigno sia una varietà-popolazione, caratterizzata da numerosi biotipi che a seguito della pressione selettiva operata dai viticoltori e dall’ambiente, sono stati conservati e propagati fino ad oggi. Con l’avvio ufficiale della selezione clonale (1970) sono stati ottenuti fino ad oggi in Italia 42 cloni di “Sangiovese” e 8 di “Niellucciu” in Corsica. Nonostante questo elevato numero di cloni omologati, l’attività di ricerca sulla selezione clonale è ancora in atto nelle due regioni al fine di individuare nuovi cloni, più rispondenti agli attuali obiettivi enologici. Uno dei problemi tecnici di notevole rilievo è costituito dalla conoscenza del comportamento vegeto-produttivo, delle caratteristiche qualitative delle uve e dell’attitudine enologica di questi cloni. Le conoscenze attualmente disponibili, infatti, non sono sufficienti a permettere ai viticoltori di compiere la scelta razionale dei cloni in quanto tali informazioni, anche se ottenute con rigore scientifico, vengono spesso acquisite in condizioni ambientali e tecniche diverse da quelle di utilizzazione. Le Istituzioni operanti in Corsica ed in Toscana, pertanto, oltre ad effettuare il lavoro di selezione clonale hanno intrapreso ulteriori ricerche al fine di rispondere agli obiettivi sopraindicati. Gli studi condotti in ambienti diversi della Toscana su una serie di cloni omologati in ambedue le regioni, su 4 cloni selezionati in Corsica Corse (902, 903, 904, 186), hanno permesso di evidenziare alcuni interessanti aspetti riguardanti la produttività, il comportamento fenologico e le loro caratteristiche qualitative ed ampelografiche. Per quanto concerne i cloni di più recente omologazione, sarà necessario proseguire le osservazioni al fine di acquisire informazioni più ampie ed esaurienti per giungere ad un giudizio definitivo sulle loro caratteristiche.
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