Il progetto finalizzato del C.N.R., ha com’è noto visto la luce in un momento in cui, dopo l’emanazione della Legge 574/96, sembrava possibile considerare ormai risolti gli annosi problemi di carattere burocratico-formale connessi allo smaltimento di questi reflui; problemi che negli anni ’80 e nella prima metà degli anni ’90 avevano ciclicamente interessato – praticamente ad ogni primavera – tutto il settore oleario a livello nazionale e nelle principali regioni olivicole. Il progetto comprende quattro diverse tematiche di ricerca e coinvolge numerose Unità Operative soprattutto racchiuse in due “poli” di attività, uno toscano ed uno pugliese, entrambi caratterizzati da un notevole livello di interdisciplinarietà, ma è a nostro avviso pressochè scontato che fino a quando non risulterà effettivamente “sostenibile”, sia sul piano economico che sotto il profilo ambientale, l’adozione di una qualche tecnologia alternativa per la ulteriore valorizzazione delle acque di vegetazione, l’utilizzazione agronomica delle stesse non potrà essere abbandonata. Partendo da questo presupposto di fondo, il compito fondamentale delle Unità Operative attive in proposito in Toscana è stato soprattutto quello di approfondire adeguatamente le possibilità di suggerire al riguardo modalità comportamentali – come il quanto, il come ed il quando distribuire correttamente il refluo in questione direttamente sul terreno agrario – ritenute più consone sotto il profilo agronomico-ambientale e più realizzabili sul piano tecnico-operativo, di verificare l’evoluzione delle principali caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche fondamentali dei terreni di vario genere oggetto dello spargimento di dosi crescenti di A.V., di saggiare la suscettività complessiva dei differenti areali e dei diversi tipi di terreno in questi presenti tenuto conto dei limiti al riguardo posti dalla vigente legislazione e, infine, di verificare la possibilità di utilizzare convenientemente i reflui in questione per la produzione di compost di adeguata qualità. In questo primo lavoro sono sostanzialmente riassunti i principali risultati conseguiti nelle esperienze di carattere più squisitamente agronomico – condotte sia in pieno campo che in ambiente controllato – sullo spargimento di dosi crescenti di A.V. , su differenti tipologie di terreno nudo o con diverse colture erbacee in atto, compresi anche alcuni dovuti approfondimenti di maggiore immediatezza operativa. A seguire, in questo stesso compendio sintetico, vengono rappresentati, ad opera dei differenti gruppi disciplinari, i risultati relativi agli effetti della somministrazione dei reflui oleari sulle caratteristiche chimiche e biologiche del suolo, alla tecnica del compostaggio delle acque di vegetazione ed infine alla creazione di un sistema informativo territoriale della toscana per lo smaltimento delle acque di vegetazione dei frantoi oleari.

Spargimento delle acque di vegetazione dei frantoi oleari sul terreno agrario

CECCARINI, LUCIA;SILVESTRI, NICOLA;
2001-01-01

Abstract

Il progetto finalizzato del C.N.R., ha com’è noto visto la luce in un momento in cui, dopo l’emanazione della Legge 574/96, sembrava possibile considerare ormai risolti gli annosi problemi di carattere burocratico-formale connessi allo smaltimento di questi reflui; problemi che negli anni ’80 e nella prima metà degli anni ’90 avevano ciclicamente interessato – praticamente ad ogni primavera – tutto il settore oleario a livello nazionale e nelle principali regioni olivicole. Il progetto comprende quattro diverse tematiche di ricerca e coinvolge numerose Unità Operative soprattutto racchiuse in due “poli” di attività, uno toscano ed uno pugliese, entrambi caratterizzati da un notevole livello di interdisciplinarietà, ma è a nostro avviso pressochè scontato che fino a quando non risulterà effettivamente “sostenibile”, sia sul piano economico che sotto il profilo ambientale, l’adozione di una qualche tecnologia alternativa per la ulteriore valorizzazione delle acque di vegetazione, l’utilizzazione agronomica delle stesse non potrà essere abbandonata. Partendo da questo presupposto di fondo, il compito fondamentale delle Unità Operative attive in proposito in Toscana è stato soprattutto quello di approfondire adeguatamente le possibilità di suggerire al riguardo modalità comportamentali – come il quanto, il come ed il quando distribuire correttamente il refluo in questione direttamente sul terreno agrario – ritenute più consone sotto il profilo agronomico-ambientale e più realizzabili sul piano tecnico-operativo, di verificare l’evoluzione delle principali caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche fondamentali dei terreni di vario genere oggetto dello spargimento di dosi crescenti di A.V., di saggiare la suscettività complessiva dei differenti areali e dei diversi tipi di terreno in questi presenti tenuto conto dei limiti al riguardo posti dalla vigente legislazione e, infine, di verificare la possibilità di utilizzare convenientemente i reflui in questione per la produzione di compost di adeguata qualità. In questo primo lavoro sono sostanzialmente riassunti i principali risultati conseguiti nelle esperienze di carattere più squisitamente agronomico – condotte sia in pieno campo che in ambiente controllato – sullo spargimento di dosi crescenti di A.V. , su differenti tipologie di terreno nudo o con diverse colture erbacee in atto, compresi anche alcuni dovuti approfondimenti di maggiore immediatezza operativa. A seguire, in questo stesso compendio sintetico, vengono rappresentati, ad opera dei differenti gruppi disciplinari, i risultati relativi agli effetti della somministrazione dei reflui oleari sulle caratteristiche chimiche e biologiche del suolo, alla tecnica del compostaggio delle acque di vegetazione ed infine alla creazione di un sistema informativo territoriale della toscana per lo smaltimento delle acque di vegetazione dei frantoi oleari.
2001
Bonari, E; Giannini, C; Ceccarini, Lucia; Silvestri, Nicola; Tonini, M; Sabbatini, T.
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