Il 19 giugno 1996 una violenta precipitazione sconvolse alcune aree dell’Alta Versilia e della Garfagnana, causando 14 vittime e danni per milioni di euro. A seguito dell’eccezionale evento, si innescarono diverse centinaia di fenomeni franosi, per lo più riconducibili a frane superficiali di scorrimento traslativo, rapidamente evolute in colate. A seguito della disastrosa alluvione, il Gruppo di Ricerca di Geologia Applicata del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa avviò una serie di indagini volte alla caratterizzazione geologica e geomorfologica delle aree sorgenti delle frane superficiali, individuando il versante-tipo in cui, con più frequenza, si localizzarono i dissesti. Sulla base delle informazioni raccolte durante tali ricerche, è stata avviata una fase di monitoraggio, finalizzata all’individuazione e quantificazione dei rapporti pioggia-risposta piezometrica nei terreni di copertura superficiale. Con tale scopo, sono stati individuati due versanti da porre sotto osservazione nel bacino del Torrente del Cardoso (sottobacino del Fiume Versilia), quello maggiormente colpito dall’evento catastrofico del giugno 1996. I versanti scelti, non interessati da fenomeni d’instabilità durante l’evento, presentano caratteristiche geologiche e geomorfologiche analoghe a quelle dei pendii in cui si manifestarono più frequentemente i dissesti. Le due stazioni di monitoraggio acquisiscono i dati di un pluviometro, di un piezometro e di un termometro e sono alimentate da pannelli fotovoltaici. Esse sono dotate di modem GSM per il trasferimento dei dati acquisiti ed il controllo in remoto, con eventuale modifica dei parametri di registrazione. In questa nota vengono illustrate la metodologia utilizzata e i primi risultati acquisiti durante la fase di attività delle stazioni.

Esperienze di monitoraggio di versanti potenzialmente instabili in Alta Versilia (Toscana): metodologia d’indagine e risultati preliminari

D'AMATO AVANZI, GIACOMO ALFREDO;GIANNECCHINI, ROBERTO;PUCCINELLI, ALBERTO
2003-01-01

Abstract

Il 19 giugno 1996 una violenta precipitazione sconvolse alcune aree dell’Alta Versilia e della Garfagnana, causando 14 vittime e danni per milioni di euro. A seguito dell’eccezionale evento, si innescarono diverse centinaia di fenomeni franosi, per lo più riconducibili a frane superficiali di scorrimento traslativo, rapidamente evolute in colate. A seguito della disastrosa alluvione, il Gruppo di Ricerca di Geologia Applicata del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa avviò una serie di indagini volte alla caratterizzazione geologica e geomorfologica delle aree sorgenti delle frane superficiali, individuando il versante-tipo in cui, con più frequenza, si localizzarono i dissesti. Sulla base delle informazioni raccolte durante tali ricerche, è stata avviata una fase di monitoraggio, finalizzata all’individuazione e quantificazione dei rapporti pioggia-risposta piezometrica nei terreni di copertura superficiale. Con tale scopo, sono stati individuati due versanti da porre sotto osservazione nel bacino del Torrente del Cardoso (sottobacino del Fiume Versilia), quello maggiormente colpito dall’evento catastrofico del giugno 1996. I versanti scelti, non interessati da fenomeni d’instabilità durante l’evento, presentano caratteristiche geologiche e geomorfologiche analoghe a quelle dei pendii in cui si manifestarono più frequentemente i dissesti. Le due stazioni di monitoraggio acquisiscono i dati di un pluviometro, di un piezometro e di un termometro e sono alimentate da pannelli fotovoltaici. Esse sono dotate di modem GSM per il trasferimento dei dati acquisiti ed il controllo in remoto, con eventuale modifica dei parametri di registrazione. In questa nota vengono illustrate la metodologia utilizzata e i primi risultati acquisiti durante la fase di attività delle stazioni.
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