Dopo l’affaire Ceroni (1802-03) il precipitare della congiuntura politica aveva spinto Foscolo a porsi in termini nuovi il problema del ruolo civile e politico dei letterati a concludere che, per continuare ad esistere, la Repubblica Italiana avrebbe avuto bisogno di fare riferimento ad un sistema condiviso di valori, ad una comune religione laica. La tesi, già sviluppata nel Commento alla Chioma di Berenice e nei Frammenti su Lucrezio, fu anche alla base del progetto di un ciclo di Inni italiani (1808) nell’ambito del quale si colloca anche una prima idea de Le Grazie. Anticipando la composizione dell’opera rispetto al piano iniziale, Foscolo optò per la forma lirica dell’“inno mimetico”, modellata su alcuni celebri esempi di Pindaro e di Callimaco. Provò cioè a comporre un testo adatto ad una performance articolata in diverse sequenze, riducendo a sistema – come egli stesso spiegò – «le tradizioni e le teorie e le allegorie intorno alle Grazie», attraverso una mescolanza di stile didattico, epico e lirico. Il saggio ricostruisce per sommi capi la riflessione foscoliana sul rapporto tra mito e rito e sulla forma inno, proponendo un saggio di interpretazione in questa chiave dei primi 90 versi dell’Inno a Venere.
"Le Grazie" come rappresentazione di una nuova 'religio' nazionale
FEDI, FRANCESCA
2012-01-01
Abstract
Dopo l’affaire Ceroni (1802-03) il precipitare della congiuntura politica aveva spinto Foscolo a porsi in termini nuovi il problema del ruolo civile e politico dei letterati a concludere che, per continuare ad esistere, la Repubblica Italiana avrebbe avuto bisogno di fare riferimento ad un sistema condiviso di valori, ad una comune religione laica. La tesi, già sviluppata nel Commento alla Chioma di Berenice e nei Frammenti su Lucrezio, fu anche alla base del progetto di un ciclo di Inni italiani (1808) nell’ambito del quale si colloca anche una prima idea de Le Grazie. Anticipando la composizione dell’opera rispetto al piano iniziale, Foscolo optò per la forma lirica dell’“inno mimetico”, modellata su alcuni celebri esempi di Pindaro e di Callimaco. Provò cioè a comporre un testo adatto ad una performance articolata in diverse sequenze, riducendo a sistema – come egli stesso spiegò – «le tradizioni e le teorie e le allegorie intorno alle Grazie», attraverso una mescolanza di stile didattico, epico e lirico. Il saggio ricostruisce per sommi capi la riflessione foscoliana sul rapporto tra mito e rito e sulla forma inno, proponendo un saggio di interpretazione in questa chiave dei primi 90 versi dell’Inno a Venere.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.