Introduzione. La valutazione dell’esposizione negli studi epidemiologici sugli effetti a breve termine, in aree urbane industrializzate, presenta una serie di criticità. Queste sono legate alla possibilità di: 1) individuare le zone di massima/minima esposizione al mix di sostanze chimiche le cui concentrazioni in aria non sono misurate in modo routinario; 2) discriminare le diverse fonti che determinano il quadro dell’inquinamento di solito registrato in modo routinario attraverso inquinanti standard nelle reti di monitoraggio. Questo lavoro è incentrato sulla città diTaranto, una delle città maggiormente industrializzate nel Sud Italia. Dal 1986 la città, insieme con alcuni comuni limitrofi, è inserita dal Ministero dell’ambiente in una “Area ad alto rischio ambientale”. A Taranto sono presenti impianti industriali a elevato impatto ambientale e un’acciaieria a ciclo integrale tra le più grosse d’Europa. Nei pressi dell’area urbana insistono una grande raffineria petrolchimica, un cementificio e due centrali termoelettriche con il rispettivo e intenso movimento di merci e materie prime nei bacini del porto. Obiettivi. Studiare la variabilità spaziale e temporale delle sostanze inquinanti e interpretare i risultati ai fini della valutazione dell’esposizione della popolazione, con particolare riferimento all’impatto delle sorgenti industriali. Metodi. Sono stati analizzati i dati di SO2, NO2 e PM10 registrati simultaneamente in 5 centraline distribuite sul territorio diTaranto nel periodo 2006-2010. La variabilità spaziale è stata studiata attraverso analisi descrittive e della correlazione degli inquinanti tra centraline e degli inquinanti con alcune variabili meteorologiche. Risultati. Il confronto tra le concentrazioni di PM10, NO2 e SO2 per le 5 stazioni ha messo in evidenza differenze significative tra le stazioni per i diversi inquinanti. Le concentrazioni di PM10 misurate dalle 5 centraline risultano ben correlate tra loro, con l’eccezione della stazione a ridosso della zona industriale. La correlazione è inferiore per il biossido di azoto ed è prossima a zero per il biossido di zolfo. L’analisi complessiva conferma l’ipotesi che le varie parti della città sono interessate in modo diverso dal sito industriale e dalle altre attività urbane. Questo risultato non può essere trascurato nella valutazione degli effetti a breve termine dell’inquinamento atmosferico. In particolare, l’analisi della serie ha rivelato che l’influenza del sito industriale può essere principalmente identificata con la serie di dati di concentrazione di SO2 che presenta più elevati valori di concentrazione media e correlazioni positive con l’intensità del vento quando la stazione di monitoraggio è sottovento rispetto al sito industriale. Conclusioni. In presenza di imponenti sorgenti puntuali, alcune variabili meteorologiche, in particolare la direzione prevalente e l’intensità del vento, sono cruciali nel determinare le zone a minore/maggiore esposizione. In mancanza di misure dirette di esposizione, sarebbe opportuno tenere conto delle possibili zone di influenza delle sorgenti puntiformi attraverso l’individuazione di uno o più inquinanti da utilizzare come “indicatore” e dei dati localizzati per la sua concentrazione. I risultati specifici di queste analisi e le conclusioni sono direttamente applicabili alla città di Taranto; al contrario, i concetti generali, l’approccio utilizzato e la metodologia sono potenzialmente applicabili ad altre realtà urbane industrializzate.

Valutazione dell’esposizione ad inquinanti atmosferici in aree industrializzate: il caso di Taranto

VIGOTTI, MARIA ANGELA;
2011-01-01

Abstract

Introduzione. La valutazione dell’esposizione negli studi epidemiologici sugli effetti a breve termine, in aree urbane industrializzate, presenta una serie di criticità. Queste sono legate alla possibilità di: 1) individuare le zone di massima/minima esposizione al mix di sostanze chimiche le cui concentrazioni in aria non sono misurate in modo routinario; 2) discriminare le diverse fonti che determinano il quadro dell’inquinamento di solito registrato in modo routinario attraverso inquinanti standard nelle reti di monitoraggio. Questo lavoro è incentrato sulla città diTaranto, una delle città maggiormente industrializzate nel Sud Italia. Dal 1986 la città, insieme con alcuni comuni limitrofi, è inserita dal Ministero dell’ambiente in una “Area ad alto rischio ambientale”. A Taranto sono presenti impianti industriali a elevato impatto ambientale e un’acciaieria a ciclo integrale tra le più grosse d’Europa. Nei pressi dell’area urbana insistono una grande raffineria petrolchimica, un cementificio e due centrali termoelettriche con il rispettivo e intenso movimento di merci e materie prime nei bacini del porto. Obiettivi. Studiare la variabilità spaziale e temporale delle sostanze inquinanti e interpretare i risultati ai fini della valutazione dell’esposizione della popolazione, con particolare riferimento all’impatto delle sorgenti industriali. Metodi. Sono stati analizzati i dati di SO2, NO2 e PM10 registrati simultaneamente in 5 centraline distribuite sul territorio diTaranto nel periodo 2006-2010. La variabilità spaziale è stata studiata attraverso analisi descrittive e della correlazione degli inquinanti tra centraline e degli inquinanti con alcune variabili meteorologiche. Risultati. Il confronto tra le concentrazioni di PM10, NO2 e SO2 per le 5 stazioni ha messo in evidenza differenze significative tra le stazioni per i diversi inquinanti. Le concentrazioni di PM10 misurate dalle 5 centraline risultano ben correlate tra loro, con l’eccezione della stazione a ridosso della zona industriale. La correlazione è inferiore per il biossido di azoto ed è prossima a zero per il biossido di zolfo. L’analisi complessiva conferma l’ipotesi che le varie parti della città sono interessate in modo diverso dal sito industriale e dalle altre attività urbane. Questo risultato non può essere trascurato nella valutazione degli effetti a breve termine dell’inquinamento atmosferico. In particolare, l’analisi della serie ha rivelato che l’influenza del sito industriale può essere principalmente identificata con la serie di dati di concentrazione di SO2 che presenta più elevati valori di concentrazione media e correlazioni positive con l’intensità del vento quando la stazione di monitoraggio è sottovento rispetto al sito industriale. Conclusioni. In presenza di imponenti sorgenti puntuali, alcune variabili meteorologiche, in particolare la direzione prevalente e l’intensità del vento, sono cruciali nel determinare le zone a minore/maggiore esposizione. In mancanza di misure dirette di esposizione, sarebbe opportuno tenere conto delle possibili zone di influenza delle sorgenti puntiformi attraverso l’individuazione di uno o più inquinanti da utilizzare come “indicatore” e dei dati localizzati per la sua concentrazione. I risultati specifici di queste analisi e le conclusioni sono direttamente applicabili alla città di Taranto; al contrario, i concetti generali, l’approccio utilizzato e la metodologia sono potenzialmente applicabili ad altre realtà urbane industrializzate.
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