Il rapporto tra agricoltura ed energia rinnovabile presenta svariate sfaccettature. Uno dei temi che si presentano è complesso: si tratta non solo di bilanciare l' esigenza di una produzione agricola eco-compatibile con la necessità di salvaguardare comunque il diritto fondamentale all'alimentazione confrontando food security ed energy security, ma anche di tener conto dei costi in termini ambientali dei provvedimenti emanati a proposito delle bioenergie. Le culture indirizzate alla produzione di biocarburante e la conversione di molti terreni agricoli a semplici superfici chiamate ad ospitare la produzione di energia ci fanno assistere a una sorta di perdita di identità dell'agricoltura . Tale perdita di identità si manifesta in modo inequivoco nell' immagine di un paesaggio agrario caratterizzato da un numero sempre crescente di impianti fotovoltaici e di parchi eolici. Di fronte a questa immagine, il giurista è propenso a porsi alcune domande: è una zona agricola, questa, ai sensi delle esigenze pianificatorie? L'attività che ivi si svolge è agricoltura ai sensi dell'art. 44 Cost. o dell'art. 2135 cod. civ.? In particolare, parlare di agricoltura a proposito della produzione energetica fotovoltaica non significa sconvolgere davvero l' identità dell'agricoltura? È accaduto questo: se in un primo tempo il legislatore speciale ha rispettato l'impostazione dell'art. 2135, in un secondo momento l' ha del tutto trascurata, pervenendo a risultati sconcertanti. L'ultima versione dell'art. unico comma 423 della legge finanziaria 2006 dimentica che, nel caso di fonti fotovoltaiche, è impossibile inquadrare la situazione nell' ambito delle attività connesse. Una circolare dell' Agenzia delle entrate è costretta ad arrampicarsi sugli specchi per dare un senso alla norma e parla della produzione di energia da fonte fotovoltaica come di un'attività connessa "atipica"; definisce però l' atipicità come assenza di connessione, visto che l'atipicità è fatta consistere nel prescindere dall' attività agricola principale ("dalla coltivazione del fondo, bosco, allevamento del bestiame"). È insomma inutile, al di là delle finalità fiscali della norma, negare la ferita sistematica ai confini dell' agrarietà.
Utilizzazione di terreni agricoli per la realizzazione degli impianti energetici: aspetti giuridici
GOLDONI, MARCO
2012-01-01
Abstract
Il rapporto tra agricoltura ed energia rinnovabile presenta svariate sfaccettature. Uno dei temi che si presentano è complesso: si tratta non solo di bilanciare l' esigenza di una produzione agricola eco-compatibile con la necessità di salvaguardare comunque il diritto fondamentale all'alimentazione confrontando food security ed energy security, ma anche di tener conto dei costi in termini ambientali dei provvedimenti emanati a proposito delle bioenergie. Le culture indirizzate alla produzione di biocarburante e la conversione di molti terreni agricoli a semplici superfici chiamate ad ospitare la produzione di energia ci fanno assistere a una sorta di perdita di identità dell'agricoltura . Tale perdita di identità si manifesta in modo inequivoco nell' immagine di un paesaggio agrario caratterizzato da un numero sempre crescente di impianti fotovoltaici e di parchi eolici. Di fronte a questa immagine, il giurista è propenso a porsi alcune domande: è una zona agricola, questa, ai sensi delle esigenze pianificatorie? L'attività che ivi si svolge è agricoltura ai sensi dell'art. 44 Cost. o dell'art. 2135 cod. civ.? In particolare, parlare di agricoltura a proposito della produzione energetica fotovoltaica non significa sconvolgere davvero l' identità dell'agricoltura? È accaduto questo: se in un primo tempo il legislatore speciale ha rispettato l'impostazione dell'art. 2135, in un secondo momento l' ha del tutto trascurata, pervenendo a risultati sconcertanti. L'ultima versione dell'art. unico comma 423 della legge finanziaria 2006 dimentica che, nel caso di fonti fotovoltaiche, è impossibile inquadrare la situazione nell' ambito delle attività connesse. Una circolare dell' Agenzia delle entrate è costretta ad arrampicarsi sugli specchi per dare un senso alla norma e parla della produzione di energia da fonte fotovoltaica come di un'attività connessa "atipica"; definisce però l' atipicità come assenza di connessione, visto che l'atipicità è fatta consistere nel prescindere dall' attività agricola principale ("dalla coltivazione del fondo, bosco, allevamento del bestiame"). È insomma inutile, al di là delle finalità fiscali della norma, negare la ferita sistematica ai confini dell' agrarietà.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


