A torto o a ragione, il nome di Odino (aisl. Óðinn, aingl. Wōdæn, aat. Wuotan, as. Wōdan etc., lat.-germ. Godan < germ. *Wōðanaz) suscita tradizionalmente immagini cruente desunte dai campi di battaglia, da spietati sacrifici umani in suo onore o dagli assalti sguaiati e feroci di predoni vichinghi nei resoconti annalistici e agiografici alto medioevali, come nelle trasposizioni cinematografiche più recenti. Identificato con il più opaco Hermes-Mercurio della tradizione classica, soprattutto per il coinvolgimento con la funzione psicopompa, l’aldilà e l’attività mercantile, e con il celtico Lúg, questo dio già noto a Cesare e Tacito (Bell. gall. 6.17, Germ. 9) sembra aver lentamente guadagnato l’egemonia nella religione enoteistica germanica durante il sec. III, come rivelano i dati dell’epigrafia romano-germanica. A Odino è attribuito il patrocinio della guerra, dei morti in battaglia e dell’ispirazione estatica e poetica, soprattutto nella documentazione letteraria norrena dei secc. XII-XIII, nella quale si registra la sua massima celebrazione. Qui infatti egli emerge come dio-padre e multiforme protagonista di imprese più o meno commendevoli, sottolineate dai numerosi e bizzarri epiteti che lo descrivono. Oggetto di questo lavoro è l’indagine di eventuali risvolti della divinità, desunti dall’analisi dei meno noti sinonimi poetici (heiti) impiegati per identificarlo, antagonisti delle più celebrate kenningar della poesia scaldica e registrati in poesia e in alcuni elenchi metrici inseriti nell’Edda di Snorri Sturluson.
"Óðins nǫfn"
BATTAGLIA, MARCO
2014-01-01
Abstract
A torto o a ragione, il nome di Odino (aisl. Óðinn, aingl. Wōdæn, aat. Wuotan, as. Wōdan etc., lat.-germ. Godan < germ. *Wōðanaz) suscita tradizionalmente immagini cruente desunte dai campi di battaglia, da spietati sacrifici umani in suo onore o dagli assalti sguaiati e feroci di predoni vichinghi nei resoconti annalistici e agiografici alto medioevali, come nelle trasposizioni cinematografiche più recenti. Identificato con il più opaco Hermes-Mercurio della tradizione classica, soprattutto per il coinvolgimento con la funzione psicopompa, l’aldilà e l’attività mercantile, e con il celtico Lúg, questo dio già noto a Cesare e Tacito (Bell. gall. 6.17, Germ. 9) sembra aver lentamente guadagnato l’egemonia nella religione enoteistica germanica durante il sec. III, come rivelano i dati dell’epigrafia romano-germanica. A Odino è attribuito il patrocinio della guerra, dei morti in battaglia e dell’ispirazione estatica e poetica, soprattutto nella documentazione letteraria norrena dei secc. XII-XIII, nella quale si registra la sua massima celebrazione. Qui infatti egli emerge come dio-padre e multiforme protagonista di imprese più o meno commendevoli, sottolineate dai numerosi e bizzarri epiteti che lo descrivono. Oggetto di questo lavoro è l’indagine di eventuali risvolti della divinità, desunti dall’analisi dei meno noti sinonimi poetici (heiti) impiegati per identificarlo, antagonisti delle più celebrate kenningar della poesia scaldica e registrati in poesia e in alcuni elenchi metrici inseriti nell’Edda di Snorri Sturluson.File | Dimensione | Formato | |
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