La Barsotti rileva come l'operazione teatrale dell’autore si ponga, per l'Italia, all’inizio del processo di trasformazione drammaturgico-spettacolare che interessa il Novecento europeo: dall'esigenza di una diversa utilizzazione dello spazio scenico (come indicano i suoi progetti per il teatro all'aperto di Albano) allo stimolo per aprire le convenzionali strutture della rappresentazione, mediante un personalissimo impiego della didascalia o di altri strumenti, coreografici e scenografici. D’altra parte il teatro di d’Annunzio offre una testimonianza della crisi di quel «Dramma» che esso invece intendeva resuscitare: la sua «tragedia moderna» mostra i sintomi d'una patologia tematico-strutturale che stava minando l'organismo del dramma classico, divenuto modulare nell'Ottocento più di quanto non apparisse all’autore stesso; patologia che, al di là di lui (anche se non sempre al di fuori di lui), avrebbe stimolato altri non solo a trovare terapie efficaci che «salvassero» quell'organismo, ma pure a creare organismi nuovi, idonei a tradurre in spettacolo ambienti e climi, situazioni del Novecento.
Autori interni: | |
Autori: | Barsotti A |
Titolo: | Il "teatro di poesia" (Studi dannunziani) |
Anno del prodotto: | 1978 |
Appare nelle tipologie: | 1.1 Articolo in rivista |