Il saggio si apre e si chiude con considerazioni generali rispetto all'incidenza - specie alla luce di interventi normativi di matrice europea - del principio di uguaglianza e del principio di non discriminazione sul contratto, chiarendo che il divieto di discriminazione serve a dare attuazione in concreto al principio di uguaglianza formale, mentre gli interventi sulle asimmetrie contrattuali servono a dare attuazione al principio di uguaglianza sostanziale. L'analisi si incentra nello specifico sul principio di non discriminazione e sul problema cardinale relativo alla possibilità di sindacare, attraverso tale principio, le scelte contrattuali e propone una spiegazione innovativa della tendenziale limitazione di tale sindacato all'ambito dell'offerta al pubblico. L'impostazione accolta non impedisce un duplice sviluppo interpretativo legato al principio di non discriminazione. Per un verso, si riconoscono ambiti della disciplina del contratto individuale nei quali filtra la possibile rilevanza del principio: la responsabilità precontrattuale, l'interpretazione secondo buona fede e il giudizio di liceità sul contenuto del contratto. Per un altro verso, l'esclusione di un controllo generalizzato, ispirato alla non discriminazione, su qualunque scelta contrattuale non esclude di motivare che un tale controllo possa essere giustificato in contesti peculiari, come il caso nel quale un soggetto venga discriminato da comportamenti talmente diffusi in determinati contesti da impedire al soggetto stesso l'accesso a determinati beni. Infine, il saggio si propone di mostrare come le discipline che introducono nel contratto il principio di uguaglianza e il divieto di discriminazione, da un lato, sono attuazione del dovere dello Stato di garantire attraverso le leggi tali principi (proiezione verticale del principio), da un altro lato, essendo leggi sul contratto, determinano una proiezione orizzontale dei medesimi principi nei rapporti fra privati, il che impone di necessità un adattamento rispetto a come tali principi operano nel controllo sulle leggi.
Principio di uguaglianza, principio di non discriminazione e contratto
NAVARRETTA, EMANUELA
2014-01-01
Abstract
Il saggio si apre e si chiude con considerazioni generali rispetto all'incidenza - specie alla luce di interventi normativi di matrice europea - del principio di uguaglianza e del principio di non discriminazione sul contratto, chiarendo che il divieto di discriminazione serve a dare attuazione in concreto al principio di uguaglianza formale, mentre gli interventi sulle asimmetrie contrattuali servono a dare attuazione al principio di uguaglianza sostanziale. L'analisi si incentra nello specifico sul principio di non discriminazione e sul problema cardinale relativo alla possibilità di sindacare, attraverso tale principio, le scelte contrattuali e propone una spiegazione innovativa della tendenziale limitazione di tale sindacato all'ambito dell'offerta al pubblico. L'impostazione accolta non impedisce un duplice sviluppo interpretativo legato al principio di non discriminazione. Per un verso, si riconoscono ambiti della disciplina del contratto individuale nei quali filtra la possibile rilevanza del principio: la responsabilità precontrattuale, l'interpretazione secondo buona fede e il giudizio di liceità sul contenuto del contratto. Per un altro verso, l'esclusione di un controllo generalizzato, ispirato alla non discriminazione, su qualunque scelta contrattuale non esclude di motivare che un tale controllo possa essere giustificato in contesti peculiari, come il caso nel quale un soggetto venga discriminato da comportamenti talmente diffusi in determinati contesti da impedire al soggetto stesso l'accesso a determinati beni. Infine, il saggio si propone di mostrare come le discipline che introducono nel contratto il principio di uguaglianza e il divieto di discriminazione, da un lato, sono attuazione del dovere dello Stato di garantire attraverso le leggi tali principi (proiezione verticale del principio), da un altro lato, essendo leggi sul contratto, determinano una proiezione orizzontale dei medesimi principi nei rapporti fra privati, il che impone di necessità un adattamento rispetto a come tali principi operano nel controllo sulle leggi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.